La vita dell'emigrante è anche fatta di viaggi in aereo. tanti viaggi... quest'anno tra lavoro e rientri in italia abbiamo abbondantemente superato la media del viaggio al mese.. in questi tanti viaggi ho notato come spessissimo ci ritroviamo a rivivere le stesse scene, o meglio a rivedere sempre gli stessi personaggi, come un continuo e constante (e spesso irritante) deja vu.
- il manager brillante: giacca, cravatta, ciuffo (dato in dote per supplire alla mancanza di tutto quello che poteva essere messo dentro la testa) e blackberry con cui non può fare a meno di interagire fino a quando la hostess gli chiede gentilmente di riporre il telefono per il decollo. al richiamo con tutta la brillantezza che lo contradistingue girerà il blackberry e appena la hostess si sarà allontanata manderà un'ultima fondamentale email che non poteva fare a meno di aspettare. ovviamente quando il carrello avrà toccato terra non potrà fare a meno di controllare se la mail mandata un'ora fa ha avuto risposta. (ovviamente no grandissimo idiota, sono le 7.50 del mattino nessuno ha intenzione di leggere e tantomeno rispondere alle tue mail).
- gli esperti del volo: quelli che sono convinti che malpensa sia l'aeroporto più grande d'Europa e che dopo aver preso nella loro vita un solo volo charter per sharm el sheik si sentono frequent flyer e ricordando la loro lunga sequenza di atterraggi (2) danno dell'incapace al pilota per aver frenato dopo che l'aereo ha toccato la pista.
- il turista italiano verso le americhe: quelli che a confronto il bisnonno Carmelo emigrato nel 1895 dal regno delle due Sicilie verso Nuova York con la valigia di cartone parlava inglese con l'accento di Oxford. quelli che alla domanda della hostess "Are you travelling with visa" rispondono "no, ma c'ho la mastercard". Come sopravviveranno il resto della vacanza é un mistero.
- quello che ha fretta: si imbarca dopo le minaccie di far brillare il bagaglio imbarcato e dopo che per quattro volte il suo nome é stato chiamato al gate dove si presenterá come assoluta tranquillitá nonostante la hostess al gate lo stia insultando nelle 4 lingue che conosce. tutta questa tranquillitá si trasformerá in agitazione quando dopo l'atterraggio si alzerá in piedi durante il rullaggio verso il terminal e si precipiterá verso il portellone, prendendo a gomitate e a colpi di trolley chiunque tenterá di mettersi sulla sua strada. arrivato davanti al portellone aspetterá almeno 20 minuti - tronfio del proprio primato - perché il finger ha problemi o il pulman non é ancora arrivato.
- quello con l'iPad, vestito di tutto punto, con l'espressione seria e concentrata di chi sta rivedendo la presentazione del business plan della banca d'Italia, ma in realtá é bloccato al livello 34 di angry birds.
- quelli che applaudono all'atterraggio - su questi non spreco neanche una parola....
qualcuno ha qualche esemplare da aggiungere alla lista?
- il manager brillante: giacca, cravatta, ciuffo (dato in dote per supplire alla mancanza di tutto quello che poteva essere messo dentro la testa) e blackberry con cui non può fare a meno di interagire fino a quando la hostess gli chiede gentilmente di riporre il telefono per il decollo. al richiamo con tutta la brillantezza che lo contradistingue girerà il blackberry e appena la hostess si sarà allontanata manderà un'ultima fondamentale email che non poteva fare a meno di aspettare. ovviamente quando il carrello avrà toccato terra non potrà fare a meno di controllare se la mail mandata un'ora fa ha avuto risposta. (ovviamente no grandissimo idiota, sono le 7.50 del mattino nessuno ha intenzione di leggere e tantomeno rispondere alle tue mail).
- gli esperti del volo: quelli che sono convinti che malpensa sia l'aeroporto più grande d'Europa e che dopo aver preso nella loro vita un solo volo charter per sharm el sheik si sentono frequent flyer e ricordando la loro lunga sequenza di atterraggi (2) danno dell'incapace al pilota per aver frenato dopo che l'aereo ha toccato la pista.
- il turista italiano verso le americhe: quelli che a confronto il bisnonno Carmelo emigrato nel 1895 dal regno delle due Sicilie verso Nuova York con la valigia di cartone parlava inglese con l'accento di Oxford. quelli che alla domanda della hostess "Are you travelling with visa" rispondono "no, ma c'ho la mastercard". Come sopravviveranno il resto della vacanza é un mistero.
- quello che ha fretta: si imbarca dopo le minaccie di far brillare il bagaglio imbarcato e dopo che per quattro volte il suo nome é stato chiamato al gate dove si presenterá come assoluta tranquillitá nonostante la hostess al gate lo stia insultando nelle 4 lingue che conosce. tutta questa tranquillitá si trasformerá in agitazione quando dopo l'atterraggio si alzerá in piedi durante il rullaggio verso il terminal e si precipiterá verso il portellone, prendendo a gomitate e a colpi di trolley chiunque tenterá di mettersi sulla sua strada. arrivato davanti al portellone aspetterá almeno 20 minuti - tronfio del proprio primato - perché il finger ha problemi o il pulman non é ancora arrivato.
- quello con l'iPad, vestito di tutto punto, con l'espressione seria e concentrata di chi sta rivedendo la presentazione del business plan della banca d'Italia, ma in realtá é bloccato al livello 34 di angry birds.
- quelli che applaudono all'atterraggio - su questi non spreco neanche una parola....
qualcuno ha qualche esemplare da aggiungere alla lista?
I ragazzini (0-18 anni) eccitati che urlano tutto il tempo, cantano, si raccontano le cose gridandolese da un lato all'altro dell'aereo. Se in gita sono ancora peggio.
RispondiEliminaIl furbo: arriva per ultimo e passa davanti alla fila piazzando strategicamente la valigia (io a quel punto gli piazzo strategicamente una gomitata fra le costole) Porta due bagagli a mano piú computer e zaino, lascia il cllulare acceso durante tutto il volo per sentire la musica, occupa due posti nel pullman e, non avendo spedito il bagaglio se ne va tronfio e spedito.
Mi sono scompisciata dalle risa! Complimenti a Cervello Fuggito per lo strepitoso post! Bravo.
RispondiElimina@ Paleomichi: vero. e facendo spesso scalo ad Amsterdam ti lascio immaginare in che stato psicofisico i ragazzini salgono sull'aereo!
RispondiElimina@ Eireen Grazie!
io aggiungo quello che abbassa il sedile e poi non lo ritira su (perchè devi abbassare il sedile in un viaggio di 45 minuti???) e quello dietro che mette il piede tra i due sedili e cioè sul tuo bracciolo... quando me ne accorgo con nonchalance alzo il bracciolo di colpo. Tiè.
RispondiEliminaPosso aggiungere un tipo da volo charter, anche se un po’ off topic? Ne ho visti alcuni sul volo Monaco-Rodi di quest’estate. Tedesco, bianchissimo, con un disperato bisogno di sole e calore. Si presenta all’aeroporto alle 5 del mattino e 4 gradi di temperatura esterna con le infradito, la camiciola e gli shorts, possibilmente con giá il costume da bagno sotto, perché così quando scendo dall’aereo mi posso giá buttare in mare. Dopo mezz’ora dal decollo è costretto a implorare le hostess di avere una copertina di lana, pena l’arrivo a destinazione ormai ibernato. Intanto si spalma la crema solare (si sa che bisogna mettersela un po’ prima), ascolta in cuffia l’inno nazionale greco per prepararsi psicologicamente al nuovo ambiente e tormenta ancora le hostess per avere magari un po’ di feta o yogurt al posto del Würstel e prosciutto serviti dalla linea aerea, perché ci tiene davvero a immergersi quanto prima nell’atmosfera vacanziera. Arrivato a destinazione si brucia al sole greco nel giro di due ore si fa venire un colpo di sole da paura e trascorre la sua settimana di vacanza chiuso nella camera d’albergo col la febbre a 40.
RispondiEliminaIo di solito becco sempre il classico turista on the road con lo zainone da alpinista stracolmo, sacco a pelo in una mano e chitarra nell'altra. Di quelli che girano il mondo perchè "il mondo è la mia tana fratello". Oppure ho beccato anche quelli che si portano appresso un trolley da volo oceanico, alto quasi quanto loro per poi sentirli al telefono dire: "mah, resto giusto un paio di giorni, ho portato lo stretto necessario...". Facevi prima a portarti l'armadio di casa tua a spalle cocco!
RispondiEliminavolo atlanta-venezia con un gruppo di 50 adolescenti che erano un coro che andava a cantare a venezia. e cantava in aereo. e quando non cantava, comunque faceva casino.
RispondiEliminaio spesso ho incontrato il vicino di posto che ti fissa per rivolgerti la parola e appena smetti di fare finta di dormire attacca bottone.
RispondiEliminaE anche l'altro vicino che allunga il collo per leggere il giornale che stai leggendo tu.