martedì 31 maggio 2011

Piccole piccolissime soddisfazioni

Ieri ho preso il mio primo stipendino ino ino tedesco...

Lo calcolano al 23 del mese, quindi comprendeva solo 5 delle 19 ore che ho lavorato in maggio.

Però è stata una soddisfazione avere quella busta fra le mani!

E mentre sicuramente molti pensano non sia un granchè, un minijob a chiamata (ecco questa è la cosa che fa venire a tutti la faccia a punto di domanda, manco fosse chissà che concetto astruso... invece quanto è comodo e flessibile!!), mentre gli ingenieuuuur valutano offerte da migliaia di euriss, beh io mi faccio pat pat sulla spalla e mi dico brava. Perchè non è facile ripartire dal basso e soprattutto non è facile farlo in tedesco (sulle figuracce potrei scriverci interi post)... ma ci si prova.

mercoledì 25 maggio 2011

Momenti

Ci sono momenti in cui vorrei aprire gli occhi alla mattina e ritrovarmi nella mia vecchia vita, alzarmi, ripercorrere la stessa routine, rivivere quanto a me conosciuto...

Ci sono momenti in cui le novità mi esaltano, mi danno energia, mi attirano...

Ci sono momenti che mi immagino il futuro in un certo modo...

Ci sono momenti in cui me lo immagino (o me lo auguro) completamente diverso...

Ci sono momenti in cui mi manca tanto l'Italia...

Ci sono momenti, quando sono in Italia, in cui mi manca la Germania...

Momenti. Un'altalena continua... in questa mia nuova dimensione particolare che è l'espatrio.

martedì 17 maggio 2011

Politica

Oggi è venuto in visita in azienda il neo ministro dell'economia (tedesco ovviamente).

La cosa mi ha fatto riflettere non poco su quanto sia diverso il mondo politico tra Germania e Italia.
Il ministro dell'economia, nonchè vice-cancelliere e uomo chiave del partito liberale (FDP) ha 38 anni ed è di origini vietnamite (adottato da bambino da una coppia tedesca): l'età è un enorme punto a favore della politica tedesca, dove stanno praticamente una generazione avanti a noi (o meglio noi siamo una generazione indietro... ).

La visita non era del tutto casuale, visto che qui a Brema domenica ci saranno le elezioni: e qui c'è un'altra grandissima differenza. A queste elezioni locali (valide per il land città di Brema) possono votare tutti i cittadini comunitari residenti a Brema da almeno 3 mesi (noi non rientriamo per qualche giorno) con più di 16 anni (questa è una novità anche per la Germania, avviene qui per la prima volta).
Il fatto che il solo fatto di essere residente mi dia diritto di voto a livello locale mi sembra un grande segno di democrazia!

Poi vabbeh, il fatto che lo scandalo più grande della politica tedesca sia una tesi di dottorato copiata mentre da noi c'è l'imbarazzo della scelta dovrebbe dire molto di più di quanto questi due esempi possano fare...

Pregiudizi e stereotipi

L'altro giorno me ne stavo felicemente spaparanzata in libreria e mi leggiucchiavo un libro il cui titolo è più o meno "Italia: istruzioni per l'uso". E' una serie di guide particolari molto interessanti secondo me... Ovviamente in tedesco e scritte per lo più da tedeschi. Sulla Germania non c'era nulla, se non quella della Baviera (il motivo è semplice: molti tedeschi non la considerano Germania).

Mi interessa molto come ci descrivono loro, "vederci" attraverso i loro occhi...

Il più delle volte l'Italia è la solare patria del dolce far niente, "wo die Zitronen blühen"... seeee, magari.

Nella guida in questione infatti si scrive:

"Die Deutschen leben, um zu arbeiten, die Italiener arbeiten, um zu leben..."

(i tedeschi vivono per lavorare, gli italiani lavorano per vivere)

No ma dico questo se lo è mai fatto un giretto in Lombardia? Dove sono sempre tutti isterici e in molti posti se non esci dall'ufficio almeno alle 7 di sera sei un fannullone? Mio marito e tutti i colleghi o amici che lavorano qui confermano che qui non c'è traccia di stress, e si lavora in modo meno ansiogeno.

E sì che l'autore, tedesco, sembra viva a Milano da anni... mah.

Qualche riga più sotto, per avvalorare la tesi , si riporta che la settimana lavorativa media in Germania dura 30 ore, quella in Italia 35.

Deve esserci qualcosa che mi sfugge...

venerdì 13 maggio 2011

Al supermercato

Premessa. io non amo particolarmente andare al supermercato. ma mica per il supermercato in se, sono le persone che ci stanno dentro che non sopporto: c'è immancabilmente un vecchietto che si mette con il carrello di traverso nelle corsie, quella che ti arriva con il carrello sul calcagno e quello che alla cassa pretende che la commessa gli attacchi sulla tessera 120 punti fedeltà così che possa ritirarsi le pentole..

qui in Germania la situazione è un po' diversa. prima di tutto sfatiamo un mito. i supermercati (ma anche i negozi) non chiudono presto. anzi tantissimi rimangono aperti fino alle 22 e qualcuno anche fino a mezzanotte.

Ma non è questa la cosa che non mi fa odiare i supermercati tedeschi, bensì il fatto che spesso sono deserti: è capitato di andare a fare la spesa alle 5 del sabato pomeriggio (ovvero il tempo del delirio in qualsiasi supermercato italiano) e pareva di stare in un film di Sergio Leone con le palle di fieno tra le corsie. e non si trattava del supermercato sfigato, ma di uno dei più grandi della città!

pure all'ikea di sabato si riesce a girare senza difficoltà (e per inciso la domenica qui è tutto chiuso).

Così girovagando tra le corsie deserte hai tutto il tempo di fare la spesa e di apprezzare le particolarità del luogo: tipo che le specialità italiane sono nell'etnico tra fagioli messicani e spaghetti cinesi; oppure a metà aprile trovare questa pila di dolci "non proprio tipici" in offerta




o ancora cose per cui veramente vale la pena vivere. latta da 5kg di würstel in salamoia.

mercoledì 11 maggio 2011

Il Nacho Man

Premessa: non so per quale motivo ma da quando sono arrivata in Germania ho sviluppato una passione irrefrenabile per l'avocado e la guacamole (o la salsina di avocado ancora più semplice che faccio io). Misteri: forse il freddo bremese ha risvegliato in me il richiamo dei Tropici!

Ovviamente guacamole significa cucina messicana quindi ero ben lieta di andare nel paradiso tex-mex che immaginavo fosse (e infatti è!) il Texas.
Tra l'altro già da tempo ci piacciono i nachos (quelli con sopra il formaggio) tanto è vero che li facciamo anche in versione domestica.
Come disse il marito quando siamo stati costretti a rientrare prima "godiamoci questi ultimi giorni di nachos!!" e così è stato.

In uno dei posti che abbiamo sperimentato abbiamo constatato l'esistenza di 2 cose fondamentali:
- il nachorizzatore o fonte eterna dei nachos
- il Nacho Man (Naaaachooo Naaachooo Man... ecco, quello lì della canzone, più o meno) :)

In questo ristorante abbiamo avuto la fortuna di sederci vicino a questa specie di enorme credenza metallica che serve a tenere calde le chips, da noi ribattezzato "nachorizzatore": da uno sportello sul davanti il fedele addetto ai nachos (il nacho man) estraeva a profusione le chips da distribuire al tavolo... Anche per i nachos vale il discorso "refill", non so quanti ce ne siamo mangiati.

Ecco il nachorizzatore, chiuso e aperto:


E il Nacho Man lavorava instancabile (in vista delle vicine ferie - come ci ha raccontato! strameritate, direi io, non si è fermato un minuto) a rimestare e rifornire di chips tutto il ristorante.

Eccolo in azione:


Eravamo veramente convinti fosse la fonte eterna (visto che nonostante i tremila cestini riempiti non finivano mai) in realtà dopo un pò è arrivato con un enorme bidone e ha riempito la macchina infernale!

Che bontà...


Genghis grill

Il primo giorno a Houston abbiamo scoperto questo posto troppo bello, a pochi passi dall'hotel: Genghis grill.

Quando siamo entrati in realtà pensavamo fosse un normalissimo fastfood thai o simili, invece è una formula che non avevo mai sperimentato prima. Praticamente quando entri la solerte cameriera americana come sempre ti agguanta, prende le ordinazioni del bere e poi ti caccia in mano una scodella metallica. La scodella la devi riempire tu stesso, mettendoci quello che più ti piace scegliendo da un buffet di carne (per es. pollo, manzo) e pesce (per es. gamberi, granchio) crudi o marinati, e verdura (pomodori, peperoni, germogli di soia, cipolla, funghi, insalata, cavolo, ecc). Aggiungi le spezie e poi "consegni" la tua ciotolina (bella pigiata, come consiglia la cameriera) al cuoco che poi ti cuocerà tutto su una piastra gigante.

Devi quindi scegliere il contorno (riso, riso integrale, noodles) , prendere una salsina (a parte, anche qui si possono scegliere fra una decina di alternative... per lo più sconosciute!) e alla fine comodatamente al tavolo ti verrà consegnato il risultato finale, e cioè:


E' un'ottima soluzione, innanzitutto il cibo piastrato ha un bel saporino, e poi puoi decidere tu le porzioni di verdura e carne, magari abbondando con la prima, nell'illusione di tenersi un pò leggeri!

Questo è il loro sito http://www.genghisgrill.com/

Era la prima volta che ne vedevo uno, ma al solito è una catena molto diffusa!

lunedì 9 maggio 2011

Rientro anticipato

E purtroppo, mentre avevo ancora 2 o 3 cosette da raccontare, 'sto shuttle ancora non lo spediscono e 'sto lancio l'hanno rimandato ancora. Pertanto: rientro a casa, 10 gg prima della tabella di marcia.

Di nuovo a Brema, ma facciamo finta di niente e le 2 o 3 cosette le scriverò lo stesso...

Schade!

venerdì 6 maggio 2011

Barnes & Nobles o Borders? Questo è il dilemma

Barnes & Nobles e Borders sono due catene di librerie che si trovano un pò ovunque negli States (anche a Maui, Hawaii, sono stata capace di uscire con un libro in mano anche lì!).

Io adoro i libri, adoro leggere e adoro le librerie... ci passerei le giornate. E' vero che queste sono grosse catene, qualcuno mi potrà dire che le piccole librerie hanno più fascino (come sosteneva Meg Ryan in "C'è posta per te") però io adoro questi giganti! E poi sono fatti per invogliarti a stare dentro ore e ore, ci sono le poltrone, i divani... e un sacco di gente se ne sta anche bellamente seduta per terra a leggere e sfogliare e nessuno ti dice niente. Io mi sono subito adeguata :)

Puoi leggere anche tutte le riviste che vuoi senza doverti imboscare come in Italia dove un cartello ti ricorda esplicitamente che è vietato leggere riviste e quotidiani... uff!

Entrambe le catene hanno poi annessa una caffetteria, cosa volere di più?

Non saprei qual'è la migliore, forse qui intorno (Webster, Houston) Barnes & Nobles vince la sfida...

A questo giro sono riuscita a non comprare niente, ma solo perchè mi sono concessa un altro sfizio di cui parlerò più avanti... :)

Le autostrade

Che negli States ci fossero delle strade enormi (e mica solo le strade) si sapeva.
La prima volta che siamo venuti, nel 2008, abbiamo girato la zona tutto intorno a New York, spostandoci prima a Nord e poi verso Sud/Sud Ovest, visitando Cape Cod, Washington, Philadelphia... in realtà in quell'occasione non abbiamo avuto modo di vedere le vere immense autostrade americane... è stato possibile farlo l'anno scorso, nel viaggio di nozze, a Ovest... l'Ovest è davvero l'America, quella delle distese immense che si vedono nei film. Certo, sto semplificando, ma in quel caso veramente le strade ci hanno fatto esclamare "oooooh, it's huge!" come dicono sempre loro!

E qui, in Texas, devo dire che non sono da meno, anzi... certi intrecci di cavalcavia mica da ridere...




Aggiornamento del 11 maggio: questo è spettacolare!


giovedì 5 maggio 2011

Al ristorante

Sembra un pò il titolo di un capitolo del libro di inglese, lo so, in realtà andare a mangiare qualcosa fuori in un ristorante o fast food americano è un pò più complicato di come ce la volessero dare a bere sui testi scolastici... tsè. Tra l'altro l'unica cosa che bene o male ti insegnano è chiedere il conto ma negli USA la maggior parte delle volte il conto si materializza da solo: il cameriere arriva, ti chiede "any desserts?" e tu "no...blurp....thanks" e lui traaaac, tira fuori il conto dalla sacoccia. E se volevo il dolce, mi rifacevi il conto? Mah!

Comunque, andando con ordine, ecco le cose peculiari che abbiamo sperimentato nell'andare a mangiar fuori negli Stati Uniti, con annesso giudizio (è meglio o peggio rispetto all'Italia o all'Europa):

- gli americani abbondano di istruzioni per l'uso. E' praticamente impossibile entrare in un locale e chiedersi per qualche secondo "Cosa faccio? mi siedo e poi mi vedranno? mi paleso?" come succede in Italia e Germania. Appena entri infatti troverai non sono la "hostess" quindi una persona appositamente preposta ad accoglierti e farti sedere, ma anche un cartello che dice "Please wait to be seated". Chiarissimo. GIUDIZIO: decisamente meglio che da noi, soprattutto per me che odio le situazioni indefinite

- una volta seduti, ti portano il menu e mentre scegli puoi ordinare da bere. Spesso e volentieri senza che tu chieda niente ti portano un bicchierone d'acqua con ghiaccio. Se non vuoi altro tipo birra o softdrinks non è necessario che ordini altro, anzi il cameriere continuerà a passare con la brocca per i vari refill (questo in realtà succede anche per le bibite, spesso e volentieri te le refillano senza costi aggiuntivi). GIUDIZIO: in parte meglio (acqua gratis), in parte peggio (di solito l'acqua è quella del rubinetto e ha più o meno il sapore dell'acqua di una piscina)

- il momento peggiore è quello dell'ordinazione. Dopo attenta consultazione del menu, dopo aver decifrato tutto quello che non era chiaro e identificato l'oggetto dei propri desideri, uno pensa sia finita lì: e no! Adesso viene il bello! Perchè agli americani a quanto pare piace scegliere, quindi non puoi semplicemente ordinare il piatto tal dei tali, no, dovrai specificare, a seconda dei casi, il tipo di porzione che vuoi (small, big, o se prendi una pizza magari anche il diametro, oppure da Starbucks TALL o GRANDE, dove, attenzione, tall è quello piccolo!!!... vabeh piccolo si fa per dire, è pur sempre un concetto americano!), i contorni, se per disgrazia prendi l'insalata il cameriere snocciolerà una serie di possibili salse di cui se va bene ne capisci una (e non è solo un problema linguistico, capisco perfettamente che mi dici "ranch" ma cosa ci sarà dentro? tra l'altro scegliere a caso è sconsigliato, potrebbe capitarti di tutto. Alla fine timoroso accenni un "a simple oil&vinegar" che di sicuro si nascondeva nell'elenco di prima sotto mentite spoglie), se prendi una bistecca il grado di cottura, se prendi una pizza come vuoi la pasta (thin, medium, ecc). Insomma l'ordinazione pare un interrogatorio del KGB. GIUDIZIO: peggio (anzi di solito io sono fan dei posti tipo agriturismo o menu fisso, dove vai ti siedi e ti portano loro, tu devi solo mangiare. Certo in alcuni paesi è sconsigliabile "lasciar fare a loro")

- per tutta la durata del pasto il cameriere vigilierà su di voi chiedendovi sempre come va. Il motivo è semplice: si stanno guadagnando la mancia. Non esistono camerieri scortesi negli Stati Uniti (però esistono rabbiose commesse di Subway, catena fastfood di panini... la corpulenta cassiera del Subway di Philadelphia mi ha talmente traumatizzato che dopo 3 anni ancora non me la dimentico). Certo, è tutto finto, e lo stesso discorso vale per i commessi e chiunque vi chieda costantemente come va e vi auguri buona giornata, ma io mi dico, meglio una cortesia finta che la cafonaggine vera, no? L'anno scorso a San Francisco mi ricordo che il cameriere sbagliò la mia ordinazione portandomi altro - a momenti quando gliel'ho fatto notare non si metteva in ginocchio sui ceci. Attenzioni triplicate, scuse a profusione (pure troppe) e alla fine non ci ha fatto pagare da bere per scusarsi dell'inconveniente. Quindi GIUDIZIO: assolutamente meglio

- il conto come dicevo arriva in un attimo, di solito non richiesto. La Lonely Planet dice che nei ristoranti "chic" invece si chiede, vabeh, mi sa che non avrò modo di verificare. Al conto va aggiunta la mancia: questa è una cosa un pò spiazzante all'inizio per noi europei (anche se per esempio anche in Germania è diffusa). Qui è praticamente obbligatoria, in tanti casi te la calcolano loro direttamente. Avevo sentito che negli USA la mancia va ad arrotondare la paga base dei camerieri che è molto molto bassa, questa la motivazione del meccanismo. GIUDIZIO: neutro, basta farci l'abitudine. Noi abbiamo il coperto, loro la mancia, certo a fine pasto ti tocca fare un pò di matematica...

- il cibo: beh qui dipende da dove vai. In linea di massima, e questo vale anche per la Germania, si mangia di più e si spende meno. Dal punto di vista nutrizionale direi che si mangia peggio, dal punto di vista del gusto certe schifezze sono decisamente gustose... Però per esempio noto che l'hamburger (intendo proprio la carne) è in genere più buona che da noi, mi sembra sappia più di carne. Se poi invece del solito Mac si provano le catene locali (tipo Wendy's, o meglio ancora Denny's) mi sento di dire che la carne è meglio rispetto al Mac o Burger King in Europa. GIUDIZIO: meglio per le quantità e il prezzo, peggio per il tipo di cucina, vabeh ma qui è come sparare sulla Croce Rossa, vuoi mettere una bella pizza napoletana o degli spaghetti allo scoglio? sbav

Sul paradiso tex-mex che è questo posto ci tornerò con un post dedicato...

Buon appetito!