martedì 20 dicembre 2011

Le voglie dell'emigrante

Abbiamo già dissertato su quello che ti viene a mancare di più quando sei lontano dal suolo natio... il re incontrastato della top ten è sempre stato, e rimane, il bidet, ma curiosamente si scoprono delle nostalgie mai sospettate prima.
Come, per esempio, i biscotti: e non dei biscotti a caso, ma quelli di una famosa marca storica... tanto che quando ci sono venuti a trovare degli amici a luglio, e ci hanno chiesto se ci potevano portare qualcosa dalla Madre Patria (pensando a parmigiano, caciotte, olio d'oliva, pasta e sausizza) noi abbiamo chiesto pan di stelle, macine e abbracci!!!
In genere a ogni rientro ci siamo portati dietro un pacchettino anti nostalgia... qui non si trovano proprio, altrochè! Ho anche scritto al servizio consumatori sperando nell'invio di un container di scorte a sostegno degli esulanti, ma non mi hanno mica risposto!

Tra l'altro la cosa buffa è che la stessa nostalgia la prova anche un collega del marito che è tedesco, e dopo 3 anni in Italia è stato colto dalla stessa passione: ora che lavora qui commissiona anche lui acquisti biscottosi a chi torna in Italia!

Sto pensando a quale insana passione ci farà fare lo stesso ma al contrario... calcolando che i Bratwurst (quelli già pronti, sulla piazza del Duomo) non sono facilmente trasportabili... mmmm... 

lunedì 19 dicembre 2011

Lo spazzacamino è stato qui!

Qualche post fa avevo parlato dello spazzacamino... beh qualche giorno fa abbiamo avuto l'onore di ricevere la sua visita. Alle otto meno un quarto (annullando il mio desiderio di recupero di una notte un pò travagliata) e per di più non era vestito come quelli dell'Ottocento... che noia!!!
Comunque non avendo camini il suo compito è stato semplicemente quello di controllare la caldaia... uf, altro che Mary Poppins!

mercoledì 14 dicembre 2011

Open minded

I tedeschi sono un pò degli zucconi, ma sicuramente non sono bigotti.

E queste immagini lo dimostrano, con un pò di ironia... :)


domenica 27 novembre 2011

Amsterdam

I dintorni di Brema sono praticamente... il "nulla". Se si vuole fare una gita fuori-porta, diciamo che bisogna allontanarsi di parecchio dalla porta. Dopo aver visitato la uggiosa Worpswede (a inizio secolo scorso nota come rifugio per artisti e poeti... mah), Cuxhaven (il famoso mare tedesco di cui abbiamo già parlato) e Bremenhaven (non proprio mare ma ancora fiume... vi lascio immaginare) , rimane ben poco da vedere. Solo campi, campi, mucche, campi, mucche, fino ai primi segni di civiltà che distano circa un centinaio di kilometri.
Però, a 300-400 km, ci sono Berlino e Amsterdam, vale a dire che ci si può andare in macchina e spenderci un weekend, anche solo sabato e domenica. A Pasqua e a giugno abbiamo rivisto Berlino, il weekend scorso, complice anche un'offerta al 50% sugli hotel NH, abbiamo visitato Amsterdam, di cui finora avevamo visto innumerevoli volte solo l'aeroporto!


La città ci è piaciuta moltissimo... sembra molto vivibile e molto internazionale. Le viuzze sono incantevoli, sui canali si affacciano delle case splendide, di cui si intravede qualche scorcio interno, visto che anche gli olandesi a quanto pare non usano le tende proprio come i tedeschi.
Avevamo solo 24 ore abbondanti a disposizione quindi le abbiamo dedicate a gironzolare lasciandoci assorbire dalla bellissima atmosfera (e da qualche effluvio ehm ehm di dubbia provenienza), curiosare nei negozi di souvenir e dischi e nei mercatini, visitare la casa di Anna Frank (molto toccante) e il museo di Van Gogh (che saremo anche due capre in arte però mica si può non andare ad acculturarsi un pò sul buon Vincent).



Bellissimo anche il mercato dei fiori dal quale ho portato a casa dei bulbi con dei giancinti pronti a fiorire e un amarillis che promette bene... entrambi per un totale di 5 Euro! Un bel ricordo di questa gita.


L'unica cosa che non mi è piaciuta sono i ciclisti... dei pazzi assassini, altro che quelli tedeschi quando ti suonano perchè sei sulla ciclabile... questi suonano sempre se ti trovi sul loro passaggio (anche nelle vie pedonali) e non accennano a fermarsi, neanche tra di loro. Mi chiedo quanti cicloincidenti ci saranno al giorno!


martedì 22 novembre 2011

E un anno è passato...

Fra pochi giorni festeggerò un anno in terra teutonica (solo io, la moglie mi ha raggiunto in febbraio). Sarebbe tempo di bilanci, ma non riesco a farli come dovrei..
Il fatto è che la mia situazione qui è per sua natura temporanea (lavorativamente parlando sono in trasferta) e non ho ancora idea di cosa ne sarà del prossimo anno. ci sono buone probabilità di rimanere ma niente è ancora certo. E l'impossibilità di pianificare la propria vita (e soprattutto quella della famiglia, visto che non sono solo), mi impedisce di guardare a quest'anno passato con la dovuta serenità.

Però una cosa è certa. più ci penso e più realizzo che se (o meglio quando, visto che tornerò prima o poi di sicuro) dovessi tornare in Italia, Brema mi mancherebbe terribilmente..
Alla fine la città mi è entrata nelle ossa come fa il freddo pungente di questi giorni.. dicono che la tua "hometown" rimanga sempre con te, ma in effetti a me questa cosa non è successa.. mi manca tantissimo la mia famiglia e qualche amico che è rimasto là, ma i posti in se non posso davvero dire che mi manchino (sarà che sono cresciuto in un paesello abbastanza anonimo in una zona altrettanto anonima dell'Italia). 
Invece ho l'impressione che di questa città mi mancheranno proprio alcune cose.. la vista dal ponte sul Weser per entrare in città, con tutte le luci dello Schlachte.. Marktplatz che a breve sarà ricoperta di mercatini con ogni tipo di zozzeria mangereccia immaginabile... il negozio di dischi di Hornbyana (termine appena inventato) memoria dove ho passato un sacco di serate fuori dall'ufficio prima di rientrare a casa.. la luce delle sere d'estate...

Se dovesse essere... it's gonna be a long walk home




giovedì 3 novembre 2011

Fine umorismo

I tedeschi del Nord non festeggiano neanche l'Immacolata... beh, è naturale, con il loro scarso amore per la pulizia...!!!

bon bon bon ma che sagoma che son!

:)

lunedì 31 ottobre 2011

Back from holidays

Dopo aver saltato a pie pari le vacanze estive siamo riusciti a concederci 7 giorni di completo relax. E dato che non potevamo esimerci dalla vacanza in stile tedesco, la meta è stata Gran Canaria!
Scesi dal volo RyanAir pieno raso di tedeschi (complici le Herbstferien era praticamente alta stagione) la prima impressione è abbastanza strana. i cartelli dell'aeroporto di Las Palmas sono scritti nell'ordine in:
Tedesco
Inglese
Spagnolo
Ci dirigiamo quindi verso la Ausgang e si capisce subito che nonostante si senta parlare solo tedesco e le scritte intorno a noi siano nel germanico idioma, abbiamo abbandonato la Crucchia.
Prima di tutto fa caldo. Secondo una volta saliti sul bus per Playa del Ingles non si capisce una minchia.. il pullman è nuovo e pulitissimo, ma ha la tipica usanza latina (almeno anche in Italia è così) di non annunciare le fermate. e ovviamente le fermate sono a chiamata... quindi come è normale non abbiamo idea di dove scendere e cicchiamo clamorosamente... il che ci porta a fare mezz'ora con valigia per trovare l'appartamento.
Vabbeh.. almeno ci ambientiamo.
Playa del Ingles è chiaramente una colonia Anglo-Tedesco-Scandinava. La gente nei ristoranti ti accoglie con "Guten Abend" e la cosa è un pelo inquietante... come è inquietante la difficoltà trovare un ristorante spagnolo (Brema ne ha almeno 3, lì ne abbiamo trovato uno solo): c'è di tutto, tonnellate di ristoranti italiani (italiani nel senso tedesco del termine, ovvero che con l'Italia non centrano una mazza ma fanno ottimi "spagetti bolognese"), pub di ogni tipo, buffet asiatici, ho contato almeno due ristoranti Finlandesi (metti che viene voglia di mangiare uno stufato di renna.....) e uno norvegese.
Vabbeh, non sorprende che in 5 gg abbiamo mangiato due volte nell'unico (per altro ottimo) ristorante spagnolo scovato in una via laterale.

Una volta diventati padroni delle regole del Bus ci spingiamo a visitare anche un po' del resto dell'isola che devo dire è decisamente meglio della seppur piacevole Playa del Ingles.
Maspalomas è decisamente più elegante e le sue dune (riserva naturale) valgono da sole il viaggio fin là.
Las Palmas è una città a tutti gli effetti, colorata, giovane, vivace e molto molto carina, una con Tapas tra le splendide viuzze è un'esperienza da provare.
La giornata di mare più bella è stata quella passata alla Playa del Amadores, un fazzoletto di terra di un centinaio di metri con sabbia chiarissima e acqua azzurra. Libera (ombrellone a 3 euro giusto per evitare di fare la braciola) e bellissima.

Una settimana volata.....

qualche foto qui


giovedì 6 ottobre 2011

Terra Tag

(premessa, il post sará pieno di luoghi comuni e - volutamente e ironicamente- per niente politicamente corretto.)

A me l'ambiente piace. Cioé non sono un fanatico estremista che adotterebbe tutti i panda della terra per salvarli dall'estinzione ma faccio la raccolta differenziata, ci sto attento, uso le lampadine a risparmio energetico, vado in macchina in quinta a  40 all'ora per risparmiare benzina, cose cosí.

Rispetto anche vegetariani e vegani, per me contenti loro possono mangiare tutto il tofu che vogliono, basta che poi non mi guardino addentare un hamburger come se stessi sparando con un mitra su una folla di orfanelli malati.

Peró, cara mensa che delizi con le tue bontá le mie giornate lavorative, non puoi venirti fuori che oggi é il "Terra Tag" e decidere di fare tutto un menú vegetariano. o meglio puoi anche farlo se in tale menú ci fosse poi qualcosa di commestibile.

La scelta del giorno prevedeva:

  • Schupfnudeln mit Kürbis u. Aprikosen glasierten Perlzwiebeln und Lauch dunkle Rahmsauce
  • Gemüse-Paella mit karamelisiertem Chicorée und Kirschtomaten Langkorn- mit wildem Reis
  • Tofusteak mit Powerkernen Ajvarsauce mit gebratenem Spitzkohl Gnocchi

che tradotti piú o meno suonano cosí

  • Gnocchi di patate con albicocche cipolline glassate e crema di zucca e porri salsa scura
  • Paella di verdure con cicoria e pomodorini caramellati con riso a grani lunghi selvatico
  • Bistecca di tofu con cavolo fritto con gnocchi (e qualcos'altro che ne io ne google translator capiamo)
che vi assicuro erano molto peggio di quello che sembrano (so che sembra difficile ma é cosí).

ho preso la paella. e metá l'ho lasciata nel piatto... cioé non é che ho nulla contro i piatti vegetariani.. se mi facevano le melanzane alla parmigiana ero felice, ma bisogna anche saperle fare le cose vegetariane. un bratwurst invece é facile. lo metti sulla piastra, se vuoi aggiungi della roba unta che non fa mai male (al piatto) e zac, hai salvato la mia pausa pranzo (non il pomeriggio lavorativo, ma questa é un'altra storia)

ma soprattutto come minchia puoi pensare di caramellare la cicoria o mettere le albicocche insieme agli gnocchi??

mercoledì 5 ottobre 2011

Personaggi da aereo

La vita dell'emigrante è anche fatta di viaggi in aereo. tanti viaggi... quest'anno tra lavoro e rientri in italia abbiamo abbondantemente superato la media del viaggio al mese.. in questi tanti viaggi ho notato come spessissimo ci ritroviamo a rivivere le stesse scene, o meglio a rivedere sempre gli stessi personaggi, come un continuo e constante (e spesso irritante) deja vu.

- il manager brillante: giacca, cravatta, ciuffo (dato in dote per supplire alla mancanza di tutto quello che poteva essere messo dentro la testa) e blackberry con cui non può fare a meno di interagire fino a quando la hostess gli chiede gentilmente di riporre il telefono per il decollo. al richiamo con tutta la brillantezza che lo contradistingue girerà il blackberry e appena la hostess si sarà allontanata manderà un'ultima fondamentale email che non poteva fare a meno di aspettare. ovviamente quando il carrello avrà toccato terra non potrà fare a meno di controllare se la mail mandata un'ora fa ha avuto risposta. (ovviamente no grandissimo idiota, sono le 7.50 del mattino nessuno ha intenzione di leggere e tantomeno rispondere alle tue mail).

- gli esperti del volo: quelli che sono convinti che malpensa sia l'aeroporto più grande d'Europa e che dopo aver preso nella loro vita un solo volo charter per sharm el sheik si sentono frequent flyer e ricordando la loro lunga sequenza di atterraggi (2) danno dell'incapace al pilota per aver frenato dopo che l'aereo ha toccato la pista.

- il turista italiano verso le americhe: quelli che a confronto il bisnonno Carmelo emigrato nel 1895 dal regno delle due Sicilie verso Nuova York con la valigia di cartone parlava inglese con l'accento di Oxford. quelli che alla domanda della hostess "Are you travelling with visa" rispondono "no, ma c'ho la mastercard". Come sopravviveranno il resto della vacanza é un mistero.

- quello che ha fretta: si imbarca dopo le minaccie di far brillare il bagaglio imbarcato e dopo che per quattro volte il suo nome é stato chiamato al gate dove si presenterá come assoluta tranquillitá nonostante la hostess al gate lo stia insultando nelle 4 lingue che conosce. tutta questa tranquillitá si trasformerá in agitazione quando dopo l'atterraggio si alzerá in piedi durante il rullaggio verso il terminal e si precipiterá verso il portellone, prendendo a gomitate e a colpi di trolley chiunque tenterá di mettersi sulla sua strada. arrivato davanti al portellone aspetterá almeno 20 minuti - tronfio del proprio primato - perché il finger ha problemi o il pulman non é ancora arrivato.

- quello con l'iPad, vestito di tutto punto, con l'espressione seria e concentrata di chi sta rivedendo la presentazione del business plan della banca d'Italia, ma in realtá é bloccato al livello 34 di angry birds.

- quelli che applaudono all'atterraggio - su questi non spreco neanche una parola....

qualcuno ha qualche esemplare da aggiungere alla lista?

martedì 20 settembre 2011

Die rosa-rote Brille

Se c'è una cosa che mi indispone parecchio, sono gli espatriati che vedono il paese di accoglienza con gli occhiali rosa -e fino a qui per carità, tutto ok- e per questo non perdono occasione di far notare come anche la più piccola cosa nella loro nuovo realtà è decisamente meglio di come era nel proprio Paese, e per questo criticano costantemente l'Italia.
Sarà che questa Germania qui è ben diversa dalla Germania dello stereotipo che tutti hanno in mente, sarà che comunque credo che il Paradiso non esista a meno che non lo si voglia vedere così, sarà che io non ho avuto questa fase di innamoramento (anzi, mi sono un pò "disamorata", perchè ce l'avevo anche io questo amore folle per la Germania e i tedeschi ma ora si è un pochino ridimensionato) comunque non solo mi infastidisce ma mi fa male sentire sempre e solo accese critiche, come se non ci fosse veramente nulla da salvare, mentre all'estero sono sempre tutti più bravi di noi. Attenzione, che questo è un errore grossissimo perchè se siamo i primi a sputarci sempre addosso e a non credere in noi stessi, beh... non pensiamo che ci sia qualcun'altro disposto a darci fiducia.
Vivere in un altro Paese, in un'altra cultura, in un'altra lingua, è un'esperienza bellissima e che tutti dovrebbero fare... ma non per maturare ancora più odio verso le proprio origini, caso mai per constatare che ovunque c'è del buono e del cattivo, capire dove siamo forti e dove siamo deboli, cosa si può tenere e cosa si può e si deve cambiare. Almeno, io la vedo così.

mercoledì 14 settembre 2011

Una questione di... fondo

La cosa di cui sente più la mancanza un italiano all'estero non è la mamma, nè il caffè, la pasta o la pizza, bensì... lui, il mitico BIDET.

Pochissimi Paesi hanno questa abitudine, purtroppo. Alcuni espatriati hanno la fortuna di trovare rarissime case con il bidet (un collega del marito ci è riuscito, la proprietaria quasi si scusava per questo imbarazzante oggetto in bagno), qualcuno ha la possibilità di mettercelo, ma quasi tutti, vista la permanenza più o meno lunga ma comunque temporanea, rimpiangono questo oggettino presente in tutte le case italiche. Al punto che, come faccio io, quando si torna in Italia ci si fa due o tre bidet extra così, per l'ebbrezza di poterlo fare, senza tutte le volte doversi fare una doccia (intera o a metà).

Comunque, sembra che anche i tedeschi si siano posti, benchè con scarsa convinzione, il problema di pulirsi il popò. L'altro giorno al supermercato ho notato delle salviettine (anzi salviettone, tipo quelle dei bimbi) per detergere certe zone dove non batte il sole. Comincio a essere sempre più convinta che i tedeschi siano allergici all'acqua... vuoi mettere "na lavada na sugada" (una lavata e un'asciugata) come dicono dalle mie parti?

E vabbeh. La cosa però inquietante di queste salviettine, che vi devo mostrare, è l'immagine sulla confezione:



dove una bella fanciulla bacia un sederone (nel senso di popò chiaramente di persona adulta) di un tonico giovinotto. Sull'immagine in grande la domanda "Heute schon geküsst?" ("Già baciato oggi?").

Orrore. Considerate le abitudini di cui sopra, non bacerei un popò teutonico neanche sotto tortura!!!

mercoledì 7 settembre 2011

Un piccolo off topic

Un piccolo post leggermente off topic rispetto al solito contenuto del blog. 

A pochissimi giorni dall'anniversario degli attacchi al WTC volevo condividere questo breve video, che secondo me spiega in poche parole tantissime cose sugli Stati Uniti.
Io, anzi noi amiamo gli Stati Uniti alla follia, ci siamo stati appena abbiamo potuto e ci ritorneremo non appena ne avremo occasione. 
Ogni volta che ho dovuto prendere l'aereo per ritornare a casa sono stato preso da grande malinconia.. è una cosa che non si spiega facilmente.... come ogni amore non sai il perché di quello che provi.

Questi 3 minuti secondo me però un po' ci riescono a spiegarlo..


Con una preghiera per tutti quelli che hanno perso la vita quel giorno e in ogni singolo imbecille attacco alla libertà prima e dopo l' 11 settembre 2001. 

domenica 4 settembre 2011

martedì 30 agosto 2011

Forse si esagera...

Non dico di ridursi come da noi sul tema fiscale... ma francamente qui mi sembra si esageri...

Tra l'altro non so perché ma onestamente mi pare la classica notizia per farci passare per l'ennesima volta come il paese delle banane (come se ce ne fosse bisogno).

cmq sta volta mi pare francamente una stronzata... dubito che tutti i tedeschi e francesi ricchi muoiano dalla voglia di pagare più tasse.

Saranno anche tedeschi ma mica sono proprio rimbecilliti...


Questo a parte sono più tranquillo oggi perché i calciatori italiani non dovranno più pagare il contributo di solidarietà. Inoltre ho scoperto che Ibrahimovic guadagna in un giorno un netto uguale a quanto ho dichiarato io l'anno scorso lordo.
son soddisfazioni.

sabato 27 agosto 2011

La fiducia e il senso di colpa

Qui in Germania tantissime cose si basano sulla fiducia. un esempio si ha appena arrivati quando al comune chiediamo il domicilio (la famosa Anmeldung). Dopo circa un'ora usciamo dal comune con tutte le carte in regola.. niente vigile urbano che deve passare da casa per vedere se effettivamente abitiamo lì come succede in Italia (come se cambiare residenza possa essere divertente passatempo).

Scendendo a livelli molto più bassi, in ufficio abbiamo un distributore di merendine (mars twix orsetti gommosi, insomma lo stretto necessario per sopravvivere durane le 8 ore lavorative...) che consiste in un semplice banchetto dove le merendine sono appoggiate con una cassettina per le monete. ogni snack costa 70cents, lo prendi, metti le monetine nella cassetta e basta.
Ovviamente la cosa - perfettamente normale nella concezione crucca - crea disorientamento negli italiani che dopo essersi posti domande esistenziali su come tutto ciò possa essere possibile iniziano a pensare cosa succederebbe allo stesso banchetto in Italia (le ipotesi più accreditate danno snacks, cassettina con i soldi e banchetto stesso spariti in meno di 30 minuti).

Una cosa diversa, ma per certi versi analoga, l'ho notata l'altra sera tornavo a casa con il tram e ho visto nella macchinetta per fare i biglietti era apparsa questa schermata:

che recita più o meno: 

"caro viaggiatore "in nero" (ovvero senza biglietto). chi pensi stia pagando il tuo biglietto? il viaggiatore che dopo di te prenderà qui un biglietto!

viaggiare "in nero" e "antisociale"  e costa 40 euro".

Questo dovrebbe scoraggiare chi viaggia senza biglietto (e credo che nella testa tedesca funzioni pure) facendo leva non tanto sulla multa (ricordata cmq) ma sull'aspetto "antisociale" della cosa e su una sorta di senso di colpa.

ovviamente mi sono chiesto se questa pubblicità funzionasse qui.... non ho la risposta, ma quello che so per certo è che non funzionerebbe da noi (basti pensare all'evasione fiscale.... e al ridicolo spot ideato dai nostri politici illuminati).

venerdì 26 agosto 2011

Lo spazzacamino teutonico

Chiedo lumi agli altri blogger dei paesi di lingua tedesca, ma è tipico che qui lo spazzacamino vada in giro vestito come un secolo fa?

Ne ho visto uno l'altro giorno e giuro pensavo di essere finita in "Mary Poppins".

Allora ho "gugolato" Schornsteinfeger e in effetti mi sono apparsi balzani (e festosi) omini così vestiti:
immagini tratte da: http://juhur.org/Others/2.html, http://bsm-blatt.com/aktuelles/vorher-den-schornsteinfeger-fragen/index.html, http://www.historum.com/european-history/18786-english-national-costumes-dances-4.html

uguali a quello che ho visto io che era in normale servizio, e non a qualche festa o rievocazione storica del settore.

Poveracci... oltre a fare un lavoro zozzissimo devono pure vestirsi come a Carnevale...

"con un poco di zucchero la pillola va giùùùù, la pillola va giùùùùù..."

giovedì 11 agosto 2011

Il mare dei tedeschi

Noi ci abbiamo provato, a cercare uno scampolino d'estate, una parvenza di vacanze... purtroppo con pessimi risultati (ma la colpa è più del tempo che dei posti in sè).

Comunque: i tedeschi del Nord possono vantare ben due mari, quello del Nord (il Nordsee) e il Mar Baltico (l'Ostsee). Alcuni sostengono che il secondo sia meglio del primo, altri sostengono il contrario, noi sosteniamo che fanno un pochino cacare entrambi, pari merito insomma. Siamo imparziali. :)

E quindi... circa due settimane fa abbiamo fatto una gita a Lubecca, una città molto carina a Nord di Amburgo, il nostro giudizio alla fine complessivamente positivo è stato però minato da due elementi:
- il tempo infame e novembrino, pioggerella fitta e venticello fastidioso
- una tristissima festa italo-tedesca davanti al Rathaus, con un piacevole sottofondo musicale di Al Bano e Romina, che ti faceva venir voglia di rinnegare le tue origini per sempre

Quando al pomeriggio è uscito il sole ci siamo avventurati circa 20 km più a Nord, a Travemünde Strand, direttamente sul mare (Ostsee).
Spiaggia tipica del Nord, con i "cestini" per sedersi e ripararsi dal vento, che spesso è molto forte: per questo motivo qui gli ombrelloni non esistono, e questi "cosi" servono anche a sentire meno freddo.


Infatti normalmente tutti hanno a portata di mano i vestiti... quel pomeriggio faceva anche abbastanza caldo e un sacco di gente faceva il bagno, ma la cosa impressionante è che fuori dalla spiaggia non vedi, come nei mari "caldi", persone che sciabattano in copricostume, ma persone con pantaloni, felpa, spesso scarpe chiuse...

Con grande disappunto abbiamo constatato che l'accesso alla spiaggia era a pagamento... quindi abbiamo desistito, anche perchè eravamo semplicemente curiosi di andare a vedere il mare da vicino e fare due passi, e nulla più.

La domenica successiva abbiamo fatto un secondo tentativo, con Cuxhaven: piccola cittadina che dista 100 km circa da Brema. In pieno spirito "tutti ar mare, tutti ar maaaareee" io e il marito abbiamo anche osato un bermuda (prima volta che me lo metto questa estate) e mi sono persino portata la crema solare. Sai mai!

Questa volta, ci avevano detto, non avremmo dovuto pagare... e invece no! Pure qui spiaggia a pagamento (anche per il solo passeggio, è questo che mi fa incazzare), e anche qui abbiamo desistito per un semplice motivo: grazie alla bassa marea avremmo semplicemente camminato con i piedi sul bagnasciuga, impossibile raggiungere il mare se non dopo non so quanti chilometri, e considerato che, dopo una mattina di sole, si è alzato il vento, ha piovuto ed era nuvolo, abbiamo lasciato perdere ed evitato di unirci alle famigliole che, in giacca a vento, facevano due passi.



Non siamo patiti del mare (non di quelli che dicono che se non vanno al mare ogni estate muoiono), in genere ci piace girare e nei nostri viaggi ci è già capitato di passare da spiagge "alternative": la Bretagna, la Francia del Nord (le spiagge dello sbarco, Saint Malò, ecc), la stessa Germania, sulla strada per la Danimarca, nonchè appunto la Danimarca (avevo pure fatto il bagno!). Sono posti affascinanti da visitare, ma altamente deprimenti da vivere come "mare", come lo intenderebbe un qualsiasi italiano!

Quindi alla fine... belle gite ma l'estate... nonono, anche stavolta non s'ha da fare! Ed estremo disappunto poi per la faccenda dell'accesso a pagamento...

venerdì 29 luglio 2011

Rieducational channel

Ora è tutto chiaro, niente avviene per caso. Se siamo qui (e per siamo intendo noi, Wanesia, Zia Atena, Eireen) c'è uno scopo: abbiamo una MISSIONE, impegnativa, difficile, quasi impossibile.

Dobbiamo rieducarli, dobbiamo prendere per mano questo popolo di bambinoni incapaci di fare 2 cose insieme, e condurli sulla retta via. Insegnare loro che il cappuccino dopo le 11 del mattino è un reato. Che il ketchup è rosso ma non per questo è interscambiabile con la pummarola.

Le occasioni sono molteplici, non sprechiamole.

Ecco la mia buona azione della settimana. L'altra mattina stavo lavorando con un collega, un ragazzo simpatico, e si parlava dell'Italia e poi ecco che arriviamo in argomento "pizza". Mi chiede se faccio la pizza a casa. Certo, gli dico. Dice che la fa anche lui (l'immagine di una sottospecie di disco di pasta farcito come solo un tedesco sa fare mi passa fugacemente davanti agli occhi facendomi rabbrividire...). Si parla dei tipi di pizza, pasta sottile, spessa, pizza napoletana... Al che gli dico che per noi italiani trovare una pizza buona all'estero è difficile ma mica per la pasta, il problema è il formaggio. "Ah sì?" mi chiede, tutto sorpreso. Eh sì, gli dico, voi mettete sempre il Käse (generico... già mi vedo il "pizzaiolo" -virgolette d'obbligo- che afferra la prima cosa riconducibile a formaggio che trova nei paraggi) ma sulla pizza ci va la mozzarella.
"La mozzarella?????" dice, sgranando gli occhi. "Ma veramente? Io la mozzarella la mangio spesso, ma mai avrei pensato di metterla sulla pizza". Poi tutto gigione aggiunge "Io ci metto una bella cascata di gouda!!" Felice come un bimbo a Natale.

Vade retro, Satana! Gli spiego che sulla pizza ci va solo la mozzarella e poi felice conclude "Bene, ho imparato qualcosa di nuovo".

Ecco, bravo, va!, e diffondi il verbo.

Abbiamo vinto quacheccossa??


Ok, un pò in ritardo!, ringraziamo Wanesia per il premio http://wanesia.blogspot.com/2011/07/trecento-ore-di-tedesco.html

e a nostra volta lo conferiamo ad altre 4 espatriate e i loro blog ricchi di avventure e disavventure:


Wanesia stessa (e vabeh, se non si può fa niente!)
Zia Athena
Elga
La Tedesca

e il quinto lo assegniamo invece alla sorella/cognata Ile

:)

Cari vincitori, se vi va, linkate e premiate a vs volta!

martedì 26 luglio 2011

Cose inspiegabili

Ma il perché Bud Spencer sia una specie di mito qui in Germania io proprio fatico a capirlo..

Si per caritá i film erano divertenti, e d'estate quando avevo 10 anni e in tv su rete4 davano in replica per la 453a volta "io sto con gli ippopotami" lo guardavo volentieri.. 
ma l'ultimo film del buon Bud risale credo a 20 anni fa... e diciamolo non é che stiamo parlando di classici immortali, é Bud Spencer mica Kubrick.

Cosa spinga un paese a chiamare un tunnel con il nome di Bud Spencer, o un tedesco a mettersi una maglietta con l'effigie di Bud stile CheGuevara ( vedi sotto) é uno di quei misteri che non capiró mai..
e forse é meglio cosí.

lunedì 25 luglio 2011

Abilità e multitasking

Un tedesco acquisisce durante la sua vita diverse abilità, alcune assolutamente normali e comuni, alcune a mio parere straordinarie e tipiche della sua teutonicità.
Crescendo il piccolo tedesco impara a camminare, andare in bicicletta (come noi, ma lui probabilmente lo impara in ordine inverso),  riuscendo a muoversi su due ruote con qualsiasi tempo atmosferico (lastroni da 5m2 di ghiaccio compresi) senza nessunissima difficoltà. 
Crescendo le abilità di maschietti e femminucce si diversificano:
le fanciulle riescono piano piano a usare la bicicletta anche con minigonne ai limiti della legalità anche con temperature siberiane, mentre i maschietti imparano ad aprire una bottiglia di birra con qualsiasi mezzo, e se  proprio serve anche a mani nude (questo ammetto che è ammirevole, almeno quanto le minigonne di cui sopra).
L'abilità di scolarsi una bottiglia di birra da 33cl alla goccia e di restare in maglietta a -12°C credo sia oramai radicata nella razza in seguito ad una qualche specie di processo evolutivo, quindi non la considero.

Altre cose che noi diamo per scontate al normale tedesco risultano praticamente impossibili. una di queste è il multitasking.. un tedesco normalmente non riesce a fare due (e figuriamoci più) cose insieme.

Al lavoro è praticamente impossibile che qualcuno faccia due cose nello stesso intervallo di tempo. e così tu Italiano abituato a spalare letame (lavorativamente parlando) su n-mila progetti diversi finisci per avere pietà e pronunciare il fatidico "ci penso io".. (qui emerge anche un'altra grande capacità del popolo tedesco che non sospettavo... quello di schivare con abili mosse qualsiasi lavoro nuovo che sia nell'aria).
Ma se la cosa si limitasse a questo non sarebbe neanche poi così drammatica (finisce solo che loro lavorano meglio con più calma e i risultati si vedono visto che sono la prima economia in Europa e noi il paese delle banane).

Pare questa incapacità si estenda anche su cose molto più semplici... la mogliettina mi raccontava che parlando con la sua insegnante di tedesco lei diceva che non era possibile - per esempio - cucinare mentre si guarda la TV. 

Chissà magari con il prossimo aggiornamento del firmware.....

sabato 23 luglio 2011

Lettera al nostro futuro* figlio

* futuro NON immediato, specifichiamolo prima di mandare in agitazione parenti e amici

Caro Giandöner (galeotto fu il kebab???)

il mondo è un posto meraviglioso, nonostante i suoi abitanti spesso tentino di dimostrarti il contrario.

Vai, esploralo, conoscilo, non ti fermare davanti a nessun confine: sperimenta nuove culture, impara nuove lingue, assaggia nuovi cibi.

Due consigli ci sentiamo di darti:

1- sii curioso, aperto: ogni posto ha qualcosa di bello, a volte magari devi andare oltre la facciata per scoprirlo... ma provaci, sempre

2- se riesci, evita di essere così mona come i tuoi genitori e prima di trasferirti in un nuovo paese magari assicurati che a luglio non ci siano 15 gradi, vento gelido e pioggia frequente!

Con amore,

i tuoi genitori

mercoledì 20 luglio 2011

Gegen Heimweh...

Contro la nostalgia, niente di meglio di una buona pizza fatta in casa!


Spiegazione al post di prima: non sono impazzita, ma scelgo spesso la birra analcolica per vari motivi tra cui il fatto che la birra mi fa inciccire come un soufflè (infatti complice la Germania e 2 settimane negli Stati Uniti quando sono salita sulla bilancia a metà maggio ho visto cose che voi umani...). Quindi: austerity! più o meno...

Imbarazzo al negozio

Vi sarà capitato sicuramente di entrare in un negozio e dover chiedere qualcosa di imbarazzante.. tipo dei preservativi, un medicinale particolarmente "sgradevole" o il libro delle barzellette di Totti.. cose così insomma.
Oggi a me è successo qui in Germania... con questa

cosa c'è di più normale di chiedere una birra in Germania? nulla infatti... ma da notare la voce "Alkohol Frei". La mogliettina voleva una birra analcolica per accompagnare la pizza di stasera (a seguire post dedicato) così sono andato al negozio qui di fronte e una volta alla cassa la commessa mi ha guardato con uno sguardo a metà tra il disprezzo e la compassione da malato terminale e mi ha detto "das ist alkohol frei!" come se avessi ovviamente preso la bottiglia sbagliata o avessi bisogno della giustificazione scritta dai genitori per tale scempio.

Al ristorante credo ci sputino direttamente dentro..

lunedì 18 luglio 2011

Mi ri-lamento del tempo

Ok, lo so: vai a vivere in Germania, del Nord per giunta, che non ci sia il tempo della Sicilia lo metti anche in conto. Non c'è neanche in Brianza, in effetti.

Però che:
- in ufficio, a LUGLIO, ti beva felice una cioccolata calda
- oggi, 18 LUGLIO, con le calze e le allstar tu abbia freddo ai piedi
- ieri sera, 17 LUGLIO, vada a letto con le calze per scaldarti un pochino
- sempre ieri sera, 17 LUGLIO, tu debba mettersi felpa e giacca per fare due passi

va oltre ogni pessimistica previsione.

Soprattutto per il mio cervello, che pensa sia ancora maggio (volevo scrivere aprile, ma a pensarci bene ad aprile faceva più caldo di adesso).

E poi ci stupiamo se ci sono un sacco di voli Ryan Air da qui per le Canarie?!?

martedì 5 luglio 2011

The price you pay

Nel weekend siamo rientrati in Italia, e ci siamo resi conto una grande e fondamentale verità (che a dirla tutta non ci voleva poi molto a capire): la vita da "espatriato" avrà tanti vantaggi per quanto riguarda il lavoro, la qualità della vita etc, ma per certi aspetti è un vero casino. è il caso dei rapporti con tutte quelle persone che sono rimaste lì dove hai vissuto la vita finchè l'idea di "emigrare" non è divenuta una realtà.

(lo so che è la scoperta dell'acqua calda... ma volevo scriverci cmq due righe nel caso sembrasse una stronzata saltate il post e guardatevi il video, che ha sempre il suo perchè)

è scontato che il rientrare solo per qualche giorno al mese (o peggio in tanti casi) comporta delle difficoltà non da poco nell'organizzazione delle visite genitori/parenti/amici/conoscenti.

Prima di tutto devi cominciare ad organizzarti settimane prima, cercando di incastrare la visita di 3 parenti e 4 amici in 2 giorni. ovviamente facendo combaciare un planning intricatissimo con gli impegni dei suddetti amici e parenti (che giustamente hanno pure i fattacci della loro vita).
Quando poi si è in coppia, e si hanno genitori/parenti/amici/conoscenti sparsi in un raggio di 100km il casino è doppio.

vai ad incastrare la colazione con Tizio (giuro ho chiesto ad un amico di vederci per colazione....) con il pranzo dai genitori di Lei, la merenda dalla Zia, l'aperitivo con Caio e la cena dai genitori di Lui. lasciando ovviamente Sempronio al prossimo giro perchè non si riesce a vedere tutti..

a parte il fatto che rientrare due giorni con questo tour de force è spossante che finisci per non vedere l'ora di arrivare in ufficio al lunedì per una riunione "riposante", lo stare lontano da famiglia e affetti di ogni tipo è veramente difficile. certo ci sono tanti mezzi che aiutano a sentire meno la lontananza (internet su tutti aiuta incredibilmente).. ma ti perdi tante cose.. dai nipotini che crescono in fretta, agli amici con i quali il rapporto finisce inevitabilmente per "raffreddarsi" un po', alla famiglia che in qualche caso avrebbe bisogno di te, ma tu non puoi esserci.

è una condizione particolarmente difficile che forse spesso si mette in secondo piano quando si fanno delle scelte. O forse inconsciamente se ne è ben consapevoli ma si vuole evitare di pensarci troppo..

non so però certe volte pesa più di altre. paradossalmente proprio quando rientri.

fine della fiera delle banalità.


giovedì 30 giugno 2011

Qualcosa da imparare c'è...

Oggi sul sito del Corriere c'era questa inquetante notizia:

A parte la reazione patetica e vergognosa (non trovo altre parole) dei vicini, (che non mi sorprende visto che io stesso mi sono ritrovato la macchina rigata e neanche ne ho capito il motivo..) quello che mi ha fatto riflettere sono state le parole riguardo alle difficoltá per un disabile di vivere ovunque in Italia, e in particolare in una cittá come Milano, che spacciandosi per una delle grandi metropoli d'Europa, dovrebbe essere preparata sul fronte "barriere architettoniche".
Personalmente faccio particolare attenzione a queste cose, ed é impossibile non accorgersi di queste difficoltá in Italia. E non serve essere disabili per rendersene conto.. basta arrivare in una stazione con una valigia piú pesante del solito per constatare che gli ascensori non ci sono e se ci sono imboscatissimo o sono fuori servizio, che i vagoni stessi (per tutti i treni, dal cazzutissimo regionale all'ipertecnologico AV) sono rialzati e difficilmente accessibili anche a chi ha minimi problemi di mobilitá (una gamba ingessata). figuriamoci su una sedia a rotelle); per non parlare della metropolitana o bus/tram.. 
In effetti a pensarci non mi é mai capitato di vedere qualcuno su una sedia a rotelle prendere un qualsiasi mezzo pubblico nel bel paese.

Sebbene su tante cose i miti della perfezione e organizzazione tedesca si siano rivelati in questi mesi delle colossali minchiate, la Germania in questo campo é notevolmente avanti a noi (in realtá siamo noi che stiamo indietro rispetto a loro ma il discorso non cambia). 
Qui tutti (TUTTI, no alcuni) i mezzi pubblici hanno la pedana mobile per le sedie a rotelle. E funziona pure. Ma se non funzionasse (le cose si rompono anche in Germania) il regolamento della compagnia dei bus (www.bsag.de) dice che il disabile puó prendere un Taxi e avere diritto al totale rimborso. Ovviamente poi i bus hanno lo spazio apposito per le sedie a rotelle (che puó essere usato anche dei normali passeggini per bambini).
Muoversi per strada é altrettanto semplice soprattutto per il fatto che tutte (TUTTE, no alcune) le strade hanno una (spesso due ai due lati della strada) pista ciclabile , con ovviamente le rampe per salire e scendere eventuali dislivelli).

E qui mi capita molto frequentemente di vedere disabili che, piú o meno agevolmente, si muovono autonomamente per strada. 
Questa é una libertá enorme, da noi negata dal tipico approccio italiano comune a tante cose: le leggi / regole ci sono, ma nessuno si preoccupa di controllare che vengano rispettate. Sono sicurissimo che esista una legge che obbliga i mezzi pubblici ad essere attrezzati per l'uso da parte dei disabili. Ma chi controlla? chi da multe agli enti se questo non accade?

(ma su questa "mancanza di controllo" ci si potrebbero scrivere libri... dal mio punto di vista questo é uno dei problemi principali del ns Paese).

giovedì 23 giugno 2011

Bolognese? Ja Bitte!

Ai tedeschi piace la cucina italiana. Questo è ovvio... e per un popolo la cui massima espressione culinaria è la Wienerschnietzel (ottima, io ne vado matto, ma pur sempre di una bistecca impanata si tratta... nulla di più) è abbastanza comprensibile.
Così sorgono come funghi ristoranti che si spacciano italiani, aiutandosi con improbabili nomi come "Va piano" o "sano e salvo" (stessa gestione e stesso genio nella scelta del nome...) dove poter gustare un piatto di pasta o una pizza (o qualcosa di simile) ad un prezzo onesto (di solito i ristoranti italiani veri sono abbastanza cari, almeno per lo standard tedesco).
E se il tentativo di imitazione si limitasse a questi posti, non sarebbe neanche male...
Purtroppo a volte anche l'ottima (argh, farò un post a parte solo su questo) mensa dove pranziamo con l'ufficio si lancia in piatti "italiani". Si va dalla "pizza salami" (letto "zalami") alla pasta Bolognese passando per una misteriosa "italian dressing" per l'insalata, che non è male, ma l'Italia non l'ha vista neanche in cartolina.

Oggi era proprio il giorno della Bolognese. vado a mensa con i miei colleghi tedeschi che davanti a me riempiono il piatto con, in rigoroso ordine (e ovviamente tutto sullo stesso piatto):
- spaghetti vagamente rinsecchiti
- tre/quattro mestoloni di pseudo ragù alla bolognese visibilmente annacquato
- patatine fritte (contorno del giovedì, evidentemente irrinunciabili qualsiasi cosa tu abbia preso come piatto principale)
- similparmigiano
- un po' di polvere di curry (per le patatine ovviamente)

Era bello vedere il loro sorriso e soddisfazione mangiando questa accozzaglia di spaghetti con patatine fritte.

unica consolazione, un collega tedesco, con alle spalle un paio di anni in Italia li guardava anche lui abbastanza schifato. 

Insomma forse basta solo fargli capire come stanno le cose...

mercoledì 22 giugno 2011

Feierabend

C'è una parola bellissima che i tedeschi usano per indicare il "dopo lavoro". Mentre in Italia ci si augurava semplicemente "Buona serata!" qui in Germania ci si augura "Schönen Feierabend!".

La "Feierabend" (letteralmente la "serata di festa") mi dà proprio un senso di friccicorio, non so come spiegarmelo, non mi sembra più una serata qualunque... mi nobilita anche il semplice stravacco sul divano.

:)

lunedì 20 giugno 2011

E la chiamano estate...

Domani, almeno secondo il calendario, inizia l'estate.

E qui, stanotte, si sono accesi i caloriferi.

Sigh

Mi sto tedeschizzando

Ieri sera, non ci volevo credere, mi è scappato di ordinare il Tiramisu con la R arrotata alla tedesca.

"TiRRRRAmisu Tella CaS(s forte)a, bitte!"

Esci da questo corpo!!!

domenica 12 giugno 2011

Ich gestikuliere, aber Du SPALLUCCIERST!

Anche i tedeschi come tutto il resto del mondo sostengono che gli italiani gesticolano. E vabeh, un pò è vero.

Secondo me però, i tedeschi per contro fanno spesso "spallucce"...

Ora, è una cosa che ho realizzato improvvisamente guardando un'intervista al telegiornale... e ora che penso ai tedeschi che conosco, sì, mi pare proprio che spalluccino di brutto.

La mia teoria è ancora tutta da verificare, quindi da oggi mi metto in osservazione, e invito gli italici sul suolo teutonico a fare lo stesso.

Ecco qui, a partire dal minuto 2.03, una prova di spallucciamento multiplo:

http://www.tagesschau.de/multimedia/sendung/ts27172.html

venerdì 10 giugno 2011

Dottor Jekyll and Mister Hide

Ieri pomeriggio lavoratrice imbranata (più che altro con qualche problema linguistico), ieri sera studentessa di tedesco, stasera insegnante di italiano...

Comincia a venirmi qualche scompenso con tutte 'ste personalità...

Hilfe!

mercoledì 8 giugno 2011

Il controllore

I mezzi pubblici di Brema sono frequentati da tipi loschi e minacciosi. I rappresentanti maschili della categoria hanno in genere giacche di pelle, capelli da tamarro tedesco (cioè con frangetta, corti davanti e lunghi dietro), borchie, piercing, facce poco pulite... il genere femminile è costituito da gentili donnine oversize, capelli corti, ghigno da mastino, che incutono quasi più timore dei primi.

Questi individui poco raccomandabili girano di solito in gruppetti da due o tre, salgono e scendono con rapidità dai mezzi, di solito dopo le 22. Ti avvicinano con il loro fare sospetto, e mentre tu cerchi di far finta di nulla, guardi fuori dal finestrino, calcoli mentalmente quanto manca alla tua fermata e te la fai addosso, ecco che guardi meglio e noti che ti stanno mostrando il tesserino identificativo e ti chiedono... "Fahrkarte? (biglietto?)".

Ok, così facendo si mischieranno meglio nella folla, ma devono per forza prenderli che sembrano avanzi di galera? Un altro dei misteri del popolo teutonico...

domenica 5 giugno 2011

La verità sull'escherichia coli (si scrive così?)

Altro che cetriolo spagnolo.

Ora, io stimo e ammiro (no, non STIRO e ammiro!) il popolo tedesco, però su, diciamolo, e non diamo la colpa ai cetrioli o ai pomodori o all'insalata solo perchè sono crudi sono biologici e vengono dalla Spagna (o da dove altro vorranno puntare il dito domani).

La verità è che 'sto popolo non è proprio un maniaco dell'igiene. Punto.

E sono stata anche diplomatica, che mi veniva più spontaneo usare una parola con 3 zeta che finisce per "oni".

Non stressiamo i poveri ricercatori perchè non hanno trovato la causa dell'infezione: il motivo è banalissimo, qui la verdura si lava poco e male. E se vai in farmacia a chiedere l'amuchina (ma soprattutto a spiegare cos'è perchè qui non esiste) la farmacista ti guarda come se fossi un omino verde con tre teste e l'astronave posteggiata sul marciapiede...

martedì 31 maggio 2011

Piccole piccolissime soddisfazioni

Ieri ho preso il mio primo stipendino ino ino tedesco...

Lo calcolano al 23 del mese, quindi comprendeva solo 5 delle 19 ore che ho lavorato in maggio.

Però è stata una soddisfazione avere quella busta fra le mani!

E mentre sicuramente molti pensano non sia un granchè, un minijob a chiamata (ecco questa è la cosa che fa venire a tutti la faccia a punto di domanda, manco fosse chissà che concetto astruso... invece quanto è comodo e flessibile!!), mentre gli ingenieuuuur valutano offerte da migliaia di euriss, beh io mi faccio pat pat sulla spalla e mi dico brava. Perchè non è facile ripartire dal basso e soprattutto non è facile farlo in tedesco (sulle figuracce potrei scriverci interi post)... ma ci si prova.

mercoledì 25 maggio 2011

Momenti

Ci sono momenti in cui vorrei aprire gli occhi alla mattina e ritrovarmi nella mia vecchia vita, alzarmi, ripercorrere la stessa routine, rivivere quanto a me conosciuto...

Ci sono momenti in cui le novità mi esaltano, mi danno energia, mi attirano...

Ci sono momenti che mi immagino il futuro in un certo modo...

Ci sono momenti in cui me lo immagino (o me lo auguro) completamente diverso...

Ci sono momenti in cui mi manca tanto l'Italia...

Ci sono momenti, quando sono in Italia, in cui mi manca la Germania...

Momenti. Un'altalena continua... in questa mia nuova dimensione particolare che è l'espatrio.

martedì 17 maggio 2011

Politica

Oggi è venuto in visita in azienda il neo ministro dell'economia (tedesco ovviamente).

La cosa mi ha fatto riflettere non poco su quanto sia diverso il mondo politico tra Germania e Italia.
Il ministro dell'economia, nonchè vice-cancelliere e uomo chiave del partito liberale (FDP) ha 38 anni ed è di origini vietnamite (adottato da bambino da una coppia tedesca): l'età è un enorme punto a favore della politica tedesca, dove stanno praticamente una generazione avanti a noi (o meglio noi siamo una generazione indietro... ).

La visita non era del tutto casuale, visto che qui a Brema domenica ci saranno le elezioni: e qui c'è un'altra grandissima differenza. A queste elezioni locali (valide per il land città di Brema) possono votare tutti i cittadini comunitari residenti a Brema da almeno 3 mesi (noi non rientriamo per qualche giorno) con più di 16 anni (questa è una novità anche per la Germania, avviene qui per la prima volta).
Il fatto che il solo fatto di essere residente mi dia diritto di voto a livello locale mi sembra un grande segno di democrazia!

Poi vabbeh, il fatto che lo scandalo più grande della politica tedesca sia una tesi di dottorato copiata mentre da noi c'è l'imbarazzo della scelta dovrebbe dire molto di più di quanto questi due esempi possano fare...

Pregiudizi e stereotipi

L'altro giorno me ne stavo felicemente spaparanzata in libreria e mi leggiucchiavo un libro il cui titolo è più o meno "Italia: istruzioni per l'uso". E' una serie di guide particolari molto interessanti secondo me... Ovviamente in tedesco e scritte per lo più da tedeschi. Sulla Germania non c'era nulla, se non quella della Baviera (il motivo è semplice: molti tedeschi non la considerano Germania).

Mi interessa molto come ci descrivono loro, "vederci" attraverso i loro occhi...

Il più delle volte l'Italia è la solare patria del dolce far niente, "wo die Zitronen blühen"... seeee, magari.

Nella guida in questione infatti si scrive:

"Die Deutschen leben, um zu arbeiten, die Italiener arbeiten, um zu leben..."

(i tedeschi vivono per lavorare, gli italiani lavorano per vivere)

No ma dico questo se lo è mai fatto un giretto in Lombardia? Dove sono sempre tutti isterici e in molti posti se non esci dall'ufficio almeno alle 7 di sera sei un fannullone? Mio marito e tutti i colleghi o amici che lavorano qui confermano che qui non c'è traccia di stress, e si lavora in modo meno ansiogeno.

E sì che l'autore, tedesco, sembra viva a Milano da anni... mah.

Qualche riga più sotto, per avvalorare la tesi , si riporta che la settimana lavorativa media in Germania dura 30 ore, quella in Italia 35.

Deve esserci qualcosa che mi sfugge...

venerdì 13 maggio 2011

Al supermercato

Premessa. io non amo particolarmente andare al supermercato. ma mica per il supermercato in se, sono le persone che ci stanno dentro che non sopporto: c'è immancabilmente un vecchietto che si mette con il carrello di traverso nelle corsie, quella che ti arriva con il carrello sul calcagno e quello che alla cassa pretende che la commessa gli attacchi sulla tessera 120 punti fedeltà così che possa ritirarsi le pentole..

qui in Germania la situazione è un po' diversa. prima di tutto sfatiamo un mito. i supermercati (ma anche i negozi) non chiudono presto. anzi tantissimi rimangono aperti fino alle 22 e qualcuno anche fino a mezzanotte.

Ma non è questa la cosa che non mi fa odiare i supermercati tedeschi, bensì il fatto che spesso sono deserti: è capitato di andare a fare la spesa alle 5 del sabato pomeriggio (ovvero il tempo del delirio in qualsiasi supermercato italiano) e pareva di stare in un film di Sergio Leone con le palle di fieno tra le corsie. e non si trattava del supermercato sfigato, ma di uno dei più grandi della città!

pure all'ikea di sabato si riesce a girare senza difficoltà (e per inciso la domenica qui è tutto chiuso).

Così girovagando tra le corsie deserte hai tutto il tempo di fare la spesa e di apprezzare le particolarità del luogo: tipo che le specialità italiane sono nell'etnico tra fagioli messicani e spaghetti cinesi; oppure a metà aprile trovare questa pila di dolci "non proprio tipici" in offerta




o ancora cose per cui veramente vale la pena vivere. latta da 5kg di würstel in salamoia.

mercoledì 11 maggio 2011

Il Nacho Man

Premessa: non so per quale motivo ma da quando sono arrivata in Germania ho sviluppato una passione irrefrenabile per l'avocado e la guacamole (o la salsina di avocado ancora più semplice che faccio io). Misteri: forse il freddo bremese ha risvegliato in me il richiamo dei Tropici!

Ovviamente guacamole significa cucina messicana quindi ero ben lieta di andare nel paradiso tex-mex che immaginavo fosse (e infatti è!) il Texas.
Tra l'altro già da tempo ci piacciono i nachos (quelli con sopra il formaggio) tanto è vero che li facciamo anche in versione domestica.
Come disse il marito quando siamo stati costretti a rientrare prima "godiamoci questi ultimi giorni di nachos!!" e così è stato.

In uno dei posti che abbiamo sperimentato abbiamo constatato l'esistenza di 2 cose fondamentali:
- il nachorizzatore o fonte eterna dei nachos
- il Nacho Man (Naaaachooo Naaachooo Man... ecco, quello lì della canzone, più o meno) :)

In questo ristorante abbiamo avuto la fortuna di sederci vicino a questa specie di enorme credenza metallica che serve a tenere calde le chips, da noi ribattezzato "nachorizzatore": da uno sportello sul davanti il fedele addetto ai nachos (il nacho man) estraeva a profusione le chips da distribuire al tavolo... Anche per i nachos vale il discorso "refill", non so quanti ce ne siamo mangiati.

Ecco il nachorizzatore, chiuso e aperto:


E il Nacho Man lavorava instancabile (in vista delle vicine ferie - come ci ha raccontato! strameritate, direi io, non si è fermato un minuto) a rimestare e rifornire di chips tutto il ristorante.

Eccolo in azione:


Eravamo veramente convinti fosse la fonte eterna (visto che nonostante i tremila cestini riempiti non finivano mai) in realtà dopo un pò è arrivato con un enorme bidone e ha riempito la macchina infernale!

Che bontà...


Genghis grill

Il primo giorno a Houston abbiamo scoperto questo posto troppo bello, a pochi passi dall'hotel: Genghis grill.

Quando siamo entrati in realtà pensavamo fosse un normalissimo fastfood thai o simili, invece è una formula che non avevo mai sperimentato prima. Praticamente quando entri la solerte cameriera americana come sempre ti agguanta, prende le ordinazioni del bere e poi ti caccia in mano una scodella metallica. La scodella la devi riempire tu stesso, mettendoci quello che più ti piace scegliendo da un buffet di carne (per es. pollo, manzo) e pesce (per es. gamberi, granchio) crudi o marinati, e verdura (pomodori, peperoni, germogli di soia, cipolla, funghi, insalata, cavolo, ecc). Aggiungi le spezie e poi "consegni" la tua ciotolina (bella pigiata, come consiglia la cameriera) al cuoco che poi ti cuocerà tutto su una piastra gigante.

Devi quindi scegliere il contorno (riso, riso integrale, noodles) , prendere una salsina (a parte, anche qui si possono scegliere fra una decina di alternative... per lo più sconosciute!) e alla fine comodatamente al tavolo ti verrà consegnato il risultato finale, e cioè:


E' un'ottima soluzione, innanzitutto il cibo piastrato ha un bel saporino, e poi puoi decidere tu le porzioni di verdura e carne, magari abbondando con la prima, nell'illusione di tenersi un pò leggeri!

Questo è il loro sito http://www.genghisgrill.com/

Era la prima volta che ne vedevo uno, ma al solito è una catena molto diffusa!

lunedì 9 maggio 2011

Rientro anticipato

E purtroppo, mentre avevo ancora 2 o 3 cosette da raccontare, 'sto shuttle ancora non lo spediscono e 'sto lancio l'hanno rimandato ancora. Pertanto: rientro a casa, 10 gg prima della tabella di marcia.

Di nuovo a Brema, ma facciamo finta di niente e le 2 o 3 cosette le scriverò lo stesso...

Schade!

venerdì 6 maggio 2011

Barnes & Nobles o Borders? Questo è il dilemma

Barnes & Nobles e Borders sono due catene di librerie che si trovano un pò ovunque negli States (anche a Maui, Hawaii, sono stata capace di uscire con un libro in mano anche lì!).

Io adoro i libri, adoro leggere e adoro le librerie... ci passerei le giornate. E' vero che queste sono grosse catene, qualcuno mi potrà dire che le piccole librerie hanno più fascino (come sosteneva Meg Ryan in "C'è posta per te") però io adoro questi giganti! E poi sono fatti per invogliarti a stare dentro ore e ore, ci sono le poltrone, i divani... e un sacco di gente se ne sta anche bellamente seduta per terra a leggere e sfogliare e nessuno ti dice niente. Io mi sono subito adeguata :)

Puoi leggere anche tutte le riviste che vuoi senza doverti imboscare come in Italia dove un cartello ti ricorda esplicitamente che è vietato leggere riviste e quotidiani... uff!

Entrambe le catene hanno poi annessa una caffetteria, cosa volere di più?

Non saprei qual'è la migliore, forse qui intorno (Webster, Houston) Barnes & Nobles vince la sfida...

A questo giro sono riuscita a non comprare niente, ma solo perchè mi sono concessa un altro sfizio di cui parlerò più avanti... :)

Le autostrade

Che negli States ci fossero delle strade enormi (e mica solo le strade) si sapeva.
La prima volta che siamo venuti, nel 2008, abbiamo girato la zona tutto intorno a New York, spostandoci prima a Nord e poi verso Sud/Sud Ovest, visitando Cape Cod, Washington, Philadelphia... in realtà in quell'occasione non abbiamo avuto modo di vedere le vere immense autostrade americane... è stato possibile farlo l'anno scorso, nel viaggio di nozze, a Ovest... l'Ovest è davvero l'America, quella delle distese immense che si vedono nei film. Certo, sto semplificando, ma in quel caso veramente le strade ci hanno fatto esclamare "oooooh, it's huge!" come dicono sempre loro!

E qui, in Texas, devo dire che non sono da meno, anzi... certi intrecci di cavalcavia mica da ridere...




Aggiornamento del 11 maggio: questo è spettacolare!


giovedì 5 maggio 2011

Al ristorante

Sembra un pò il titolo di un capitolo del libro di inglese, lo so, in realtà andare a mangiare qualcosa fuori in un ristorante o fast food americano è un pò più complicato di come ce la volessero dare a bere sui testi scolastici... tsè. Tra l'altro l'unica cosa che bene o male ti insegnano è chiedere il conto ma negli USA la maggior parte delle volte il conto si materializza da solo: il cameriere arriva, ti chiede "any desserts?" e tu "no...blurp....thanks" e lui traaaac, tira fuori il conto dalla sacoccia. E se volevo il dolce, mi rifacevi il conto? Mah!

Comunque, andando con ordine, ecco le cose peculiari che abbiamo sperimentato nell'andare a mangiar fuori negli Stati Uniti, con annesso giudizio (è meglio o peggio rispetto all'Italia o all'Europa):

- gli americani abbondano di istruzioni per l'uso. E' praticamente impossibile entrare in un locale e chiedersi per qualche secondo "Cosa faccio? mi siedo e poi mi vedranno? mi paleso?" come succede in Italia e Germania. Appena entri infatti troverai non sono la "hostess" quindi una persona appositamente preposta ad accoglierti e farti sedere, ma anche un cartello che dice "Please wait to be seated". Chiarissimo. GIUDIZIO: decisamente meglio che da noi, soprattutto per me che odio le situazioni indefinite

- una volta seduti, ti portano il menu e mentre scegli puoi ordinare da bere. Spesso e volentieri senza che tu chieda niente ti portano un bicchierone d'acqua con ghiaccio. Se non vuoi altro tipo birra o softdrinks non è necessario che ordini altro, anzi il cameriere continuerà a passare con la brocca per i vari refill (questo in realtà succede anche per le bibite, spesso e volentieri te le refillano senza costi aggiuntivi). GIUDIZIO: in parte meglio (acqua gratis), in parte peggio (di solito l'acqua è quella del rubinetto e ha più o meno il sapore dell'acqua di una piscina)

- il momento peggiore è quello dell'ordinazione. Dopo attenta consultazione del menu, dopo aver decifrato tutto quello che non era chiaro e identificato l'oggetto dei propri desideri, uno pensa sia finita lì: e no! Adesso viene il bello! Perchè agli americani a quanto pare piace scegliere, quindi non puoi semplicemente ordinare il piatto tal dei tali, no, dovrai specificare, a seconda dei casi, il tipo di porzione che vuoi (small, big, o se prendi una pizza magari anche il diametro, oppure da Starbucks TALL o GRANDE, dove, attenzione, tall è quello piccolo!!!... vabeh piccolo si fa per dire, è pur sempre un concetto americano!), i contorni, se per disgrazia prendi l'insalata il cameriere snocciolerà una serie di possibili salse di cui se va bene ne capisci una (e non è solo un problema linguistico, capisco perfettamente che mi dici "ranch" ma cosa ci sarà dentro? tra l'altro scegliere a caso è sconsigliato, potrebbe capitarti di tutto. Alla fine timoroso accenni un "a simple oil&vinegar" che di sicuro si nascondeva nell'elenco di prima sotto mentite spoglie), se prendi una bistecca il grado di cottura, se prendi una pizza come vuoi la pasta (thin, medium, ecc). Insomma l'ordinazione pare un interrogatorio del KGB. GIUDIZIO: peggio (anzi di solito io sono fan dei posti tipo agriturismo o menu fisso, dove vai ti siedi e ti portano loro, tu devi solo mangiare. Certo in alcuni paesi è sconsigliabile "lasciar fare a loro")

- per tutta la durata del pasto il cameriere vigilierà su di voi chiedendovi sempre come va. Il motivo è semplice: si stanno guadagnando la mancia. Non esistono camerieri scortesi negli Stati Uniti (però esistono rabbiose commesse di Subway, catena fastfood di panini... la corpulenta cassiera del Subway di Philadelphia mi ha talmente traumatizzato che dopo 3 anni ancora non me la dimentico). Certo, è tutto finto, e lo stesso discorso vale per i commessi e chiunque vi chieda costantemente come va e vi auguri buona giornata, ma io mi dico, meglio una cortesia finta che la cafonaggine vera, no? L'anno scorso a San Francisco mi ricordo che il cameriere sbagliò la mia ordinazione portandomi altro - a momenti quando gliel'ho fatto notare non si metteva in ginocchio sui ceci. Attenzioni triplicate, scuse a profusione (pure troppe) e alla fine non ci ha fatto pagare da bere per scusarsi dell'inconveniente. Quindi GIUDIZIO: assolutamente meglio

- il conto come dicevo arriva in un attimo, di solito non richiesto. La Lonely Planet dice che nei ristoranti "chic" invece si chiede, vabeh, mi sa che non avrò modo di verificare. Al conto va aggiunta la mancia: questa è una cosa un pò spiazzante all'inizio per noi europei (anche se per esempio anche in Germania è diffusa). Qui è praticamente obbligatoria, in tanti casi te la calcolano loro direttamente. Avevo sentito che negli USA la mancia va ad arrotondare la paga base dei camerieri che è molto molto bassa, questa la motivazione del meccanismo. GIUDIZIO: neutro, basta farci l'abitudine. Noi abbiamo il coperto, loro la mancia, certo a fine pasto ti tocca fare un pò di matematica...

- il cibo: beh qui dipende da dove vai. In linea di massima, e questo vale anche per la Germania, si mangia di più e si spende meno. Dal punto di vista nutrizionale direi che si mangia peggio, dal punto di vista del gusto certe schifezze sono decisamente gustose... Però per esempio noto che l'hamburger (intendo proprio la carne) è in genere più buona che da noi, mi sembra sappia più di carne. Se poi invece del solito Mac si provano le catene locali (tipo Wendy's, o meglio ancora Denny's) mi sento di dire che la carne è meglio rispetto al Mac o Burger King in Europa. GIUDIZIO: meglio per le quantità e il prezzo, peggio per il tipo di cucina, vabeh ma qui è come sparare sulla Croce Rossa, vuoi mettere una bella pizza napoletana o degli spaghetti allo scoglio? sbav

Sul paradiso tex-mex che è questo posto ci tornerò con un post dedicato...

Buon appetito!

sabato 30 aprile 2011

Live from Houston

Come ha scritto qualche giorno fa la mia dolce mogliettina un paio di giorni fa abbiamo lasciato la primavera Bremese (che quest'anno è sorprendentemente calda) alla volta di Houston.
Seguirò per le prime due settimane in orbita l'esperimento che si trova ora imbarcato sullo shuttle alla sua penultima missione.. e lo farò da una control room (foto sotto) posizionata qualche stanza più a lato di quella usata per controllare la stazione spaziale e poco distante dalla "stanza dei bottoni" delle storiche missioni della nasa, dalla Gemini passando per le varie missioni Apollo fino ad arrivare ai (ad oggi) 133 voli dello Space Shuttle.


lo Shuttle è ancora a terra dopo l'ennesimo rinvio, quindi ad oggi il lavoro si limita a poco più di un training.. però essere qui e avere l'occasione di entrare nell'edificio dove si è fatta la storia dell'esplorazione spaziale è emozionante soprattutto per chi come me sognava da bambino di entrarci anche solo come turista in un centro della NASA.

Go Endeavour! e che a nessuno gli venga in mente di citare la famosa "Houston we have had a problem here"..

mercoledì 27 aprile 2011

Blog in trasferta

Ci "trasfertiamo" per 3 settimane negli States, per lavoro del Marito (e io m'accozzo, natürlich).

Vedremo di fare una piccola parentesi sulle stranezze americane, giusto per cambiare un pò.

:)

Ich bin ein(e) Berliner(in)

Alla fine a Pasqua non siamo tornati in patria e, dato che era il nostro primo anniversario di matrimonio, volevamo fare un weekend da qualche parte. La prima scelta era Amsterdam, ma è stato impossibile trovare un albergo a prezzi decenti. Abbiamo quindi optato per Berlino, dove eravamo già stati nel 2005. Ottima scelta!

Berlino è semplicemente splendida. E' incredibile come nella stessa città possano convivere così tanti aspetti diversi... la modernissima e quasi futuristica Potsdamer Platz, dove ti sembra di essere in una delle scene di Blade Runner (citiamo il nostro amico Martin, che ringraziamo per il paragone azzeccatissimo), la porta di Brandeburgo, attraverso la quale non puoi passare senza pensare che questa semplice azione era proibita fino a quasi 20 anni fa, Unter den Linden, il viale immenso che passa dagli edifici moderni ai palazzi classici dell'università e dei musei, Nikolaivirtel, piccoli palazzi d'epoca, Alexander Platz, così tipicamente (almeno nel mio immaginario) DDR, con "Alex", l'antenna della tivù... il tutto in continua evoluzione. Una metropoli dove la gente non si affanna.

Qualche scatto qui

https://picasaweb.google.com/paolo.ruzza/20110424Berlin#

Passeggiare fra i mercatini pieni di artisti, libri antichi, libri e dischi usati... un tempo incredibilmente clemente (ad aprile in maniche corte!!! un bel riscatto dopo i -12 di febbraio), una tappa obbligata alla carinissima Kartoffelhaus...

soooooo schön