giovedì 12 aprile 2012

Breve aggiornamento...

Con il rientro sul suolo italico questo blog è stato un po' trascurato, un po' perché era nato per raccontare l'avventura dell'espatrio, un po' per mancanza di tempo da parte ns.
Inoltre ultimamente il titolo di questo post è diventato un po' troppo datato.... 
perché finalmente i two for the road sono diventati tre!
12 gg fa è nato il piccolo (si fa per dire visto i 53 cm di lunghezza) Riccardo. Lui e la mamma stanno bene.
Il nome è stato scelto perché è di origine germanica, e sotto sotto anche il ns piccolino.

Ora il piccolo si è unito a noi due nella ns strada, che tanto lontano ci ha portato finora e sempre più lontano ci porterà.
Inutile descrivere le sensazioni.. personalmente passo da momenti di euforia in cui penso di essere il padre migliore del mondo a stati in cui mi sento totalmente inutile e fuori posto.
ma i suoi occhioni spalancati su questo mondo per lui nuovo mi danno la forza di caricarmi con le prime emozioni e di superare le seconde.

cambiando argomento non vorrei che questo blog morisse, ho già in mente un paio di cose per qualche post, quindi a breve cercherò di riportarlo in vita... impegni da neopapà permettendo.

martedì 31 gennaio 2012

Un anno fa (the other side)


Visto che il blog è scritto a 4 mani, ma queste mani appartengono a persone diverse, la mia versione dello stesso post appena scritto dalla mia dolce metà.

Un anno fa mi ero appena sistemato qui a Brema e dopo aver girovagato in cerca di una casa decente ero riuscito a trovare questa che oggi è piena di scatoloni e scampoli di vita imballati. Un anno fa la mia vita non cambiava poi un granché. finivo semplicemente per fare lo stesso lavoro ma in un altro posto.. per di più senza aver lasciato l'altro lavoro essendo in "prestito" (per usare un gergo calcistico) alla casa madre tetescadigemmania.
Per di più l'unico punto fermo della mia vita (leggi moglie) stava arrivando per seguirmi in questa avventura, con ben altri cambiamenti alle spalle. 
In teoria l'unico cambiamento nella mia vita era che non capivo quasi una mazza di quanto la gente dicesse intorno a me e che non sarei riuscito a trovare del Taleggio tanto facilmente quanto mi riusciva in Italia.
La pratica era un po' diversa, visto che la moglie aveva abbandonato seppur temporaneamente il lavoro per seguirmi, mi sentivo delle responsabilità a cui non ero certo abituato. Non sono stato sempre in grado di gestire come avrei dovuto queste sensazioni, ma credo di aver imparato tante cose in quest'anno e spero che mi siano utili nella nuova avventura che stiamo iniziando.

Una cosa di certo l'ho imparata, o almeno credo. A non guardarmi indietro a pensare "e se?". Ho capito che non serve a niente. é bellissima l'immagine che Steve Jobs usò nel suo discorso a Standford:

..."Again, you can't connect the dots looking forward; you can only connect them looking backwards. So you have to trust that the dots will somehow connect in your future. You have to trust in something — your gut, destiny, life, karma, whatever. This approach has never let me down, and it has made all the difference in my life"...

è inutile pensare a cosa sarebbe successo se avessimo preso strade diverse nella vita. è inutile perché non è possibile sapere cosa succederà o cosa sarebbe successo.
Abbiamo passato un anno a pensare a mille diversi scenari per la nostra vita, ad analizzare ogni bivio possibile nella ns vita, in modo analitico.. tutto questo non è servito a nulla perché non abbiamo neanche avuto la possibilità della scelta.
e anche se l'avessimo avuta non so quale sarebbe stata la scelta giusta.
fra 10 anni forse potrò guardare questi puntini uniti e capire se sono andati nella direzione giusta. o forse 10 anni non saranno abbastanza.. chissà.

Non sono fatalista, e credo che ognuno debba costruirsi la sua vita con le proprie forze. Ma forse non è necessario spendere troppo tempo ad studiare le scelte della vita come se fosse una scienza esatta. semplicemente perché non lo è.
e credo sinceramente che sia meglio così.

Un anno fa

Il 31 gennaio del 2011 trascorrevo l'ultima giornata seduta alla mia scrivania... la stessa dove ero stata seduta per quasi 10 anni. Era il mio ultimo giorno prima dell'aspettativa... avevo ancora un giorno per preparare le ultime cose e un biglietto per Brema datato 2 febbraio. Quando sono uscita mi sono girata a salutare quel posto, perchè, anche se all'epoca non avevo ancora idea se saremmo tornati o meno, sapevo comunque che quella scrivania non sarebbe più esistita perchè dopo neanche un mese tutto l'ufficio avrebbe traslocato poco lontano. E la cosa, devo dire, mi consolava non poco, perchè quegli spazi, indipendentemente dalle mie decisioni, non sarebbero stati occupati da nessun altro. Finiva, in modo definitivo, un lungo periodo della mia vita. E quindi ho guardato la facciata della Villa, uscendo, decisamente commossa, mi sono voltata e sono andata incontro all'avventura che mi aspettava.

Ora dopo un anno sono ancora qui, in un'altra postazione che lascerò fra qualche giorno per andare in maternità (altra avventura... Indiana Jones è un dilettante a confronto!), ancora scombussolata per il cambio di prospettiva (stando ai piani, fra qualche giorno sarei dovuta ripartire per Brema, con un biglietto probabilmente di sola andata). Sono qui a pensare se sia stato giusto così o meno, se in fondo non abbiamo perso un'occasione, se siamo ancora in tempo per rimettere in discussione tutto, e via pensando.  Ci sono stati tanti momenti l'anno scorso in cui non desideravo altro che un finale così, in cui mi sono chiesta chi ce lo avesse fatto fare, adesso mi scopro a pensare con nostalgia a tanti altri momenti vissuti. Poi ci sono quelle cose (come uno stipendio "vero" appena appena accreditato, la vicinanza della famiglia con mia mamma che a ritmi che farebbero impallidire i cinesi sforna lenzuolini a go-go) che ti fanno ricordare che quella decisione, che alla fine non siamo riusciti a prendere, tanto facile non lo era e, se mai dovesse ripresentarsi l'occasione, non lo sarà.

Un calcino nella pancia mi ricorda che tutti questi pensieri li devo mettere da parte per un pò, c'è altro da affrontare adesso, e poi, beh, si vedrà.

lunedì 23 gennaio 2012

Contagio...

Collega Italiano: "mi è arrivata la richiesta per pagare il canone della TV (tedesca). Mi date una mano a compilarlo per pagare?"
Collega Tedesco: "No, non rispondere, così non paghi e non verranno mai a controllarti!!"


Ora mi dite chi ha contagiato chi??

martedì 17 gennaio 2012

Che giro del cavolo

Vi abbiamo mai parlato del Kohlfahrt?
Onestamente non mi ricordo... Nel dubbio...

I simpatici bremesi cosa fanno in questo periodo dell'anno per rafforzare lo spirito di gruppo e divertirsi un pò? Ma un bel Kohlfahrt!

In sostanza ci si da appuntamento in un determinato posto che sarà il punto di partenza del giro: qui i partecipanti si riuniscono, avendo cura di presentarsi muniti di un mini bicchiere appeso al collo. Indispensabile poi la presenza di un carrettino di legno, da trainare, stracolmo di alcolici (birra, ma soprattutto superalcolici).

A questo punto i gaudenti partono per un itinerario con varie tappe, a cui corrisponderanno allegri giochi e soprattutto sonore sbevazzate (da ciò l'importanza del bicchierino al collo: anche se è ino verrà usato più e più volte, ovviamente). Il tutto avviene chiaramente all'aperto, in genere di sera, il più delle volte con svariati gradi sottozero.

Di tappa in tappa giungeranno alla meta, un ristorante tipico locale dove gusteranno, ormai ciuchi persi, il prelibato piatto Kohl und Pinkel (cavolo verde e una salsiccia di maiale che ha lo stesso aspetto di un salamino cotto lombardo ma ingannevolmente non c'azzecca un piffero). Piatto che per inciso credo si possa trovare buono solo da ubriachi: io l'ho assaggiato -eheh, non mi tiro indietro di fronte a niente- da sobria e non era un granchè, soprattutto a confrontarlo con la mia amata cassoeula.

Il Kohlfahrt è gettonatissimo nelle aziende, come momento di aggregazione e team building. E in questo periodo è tutto un via vai di carrettini... l'anno scorso mi chiedevo cosa diavolo fossero. Ora mi spiace perdermi lo spettacolo!

giovedì 12 gennaio 2012

Last memories :)



 ultima cenetta a due, ultimo Knipp*
(* "prelibato" piatto locale a base di avena e grasso di maiale... patate e un immancabile cetriolo)


 casina (bruttina forse ma in ottima posizione!)

 pranzo al Viertel, all by myself

 mattina presto, il mercato (ancora deserto) e il Duomo

 tra Markplatz e il Duomo

 :)

 il ristorante con la Koelsch (quando tornerò e potrò bere me ne faccio 15)

 i musicanti, ovunque

ultime letture su Brema e un pò di conforto per lo spirito

venerdì 6 gennaio 2012

Uno sguardo al 2011

Mentre le ultime ore dell'anno scorrevano veloci, io avrei voluto tirarle per i piedi e impedire al 2011 di finire... Avrei voluto sospendere il tempo, le decisioni, i cambiamenti, rimanere ancora nell'autunno splendido che ho vissuto qui.

E vaboh, si sa che non si può e infatti eccoci qui nel 2012, eccoci di nuovo a Brema, anche se, a quanto pare, la nostra avventura volge al termine. Abbiamo scritto poco ultimamente, sospesi fra i problemi e le decisioni (non nostre) sul futuro lavorativo e ora che qualcosa si è mosso (ma forse non proprio nel verso che speravamo) fra una manciata di giorni si torna a casa. Fa strano scrivere "casa" perchè dopo ormai un anno sembra quasi davvero di fare un salto indietro nel tempo, e quasi non so più dove mi sento a casa...

Voglio però gettare uno sguardo indietro, a questi 11 mesi vissuti qui, a questo sogno che in parte si è realizzato, a quello che ci ha portato e ci ha insegnato, ricordandoli uno a uno:

- GENNAIO: il marito è già qui da dicembre, mentre lui cerca casa come un matto e con risultati non sempre confortanti, io resisto per l'ultimo mese di lavoro in Italia, prima della mia aspettativa. Non vedo l'ora di una pausa, anche se il salto che sto per fare mi spaventa. Ma è l'ultimo mese che stiamo così lontani! Faccio anche un esame per avere un attestato per insegnare italiano, sperando che serva a qualcosa...

- FEBBRAIO: il 2 febbraio salgo su uno degli ultimi voli Ryanair per Brema (mannaggia a loro) e atterro nella gelida città dei musicanti! La sera stessa siamo all'IKEA, la casa è un pò sfornita... tempo due gg e mi becco un'influenza colossale. Appena ripresa comincio ad accusare lo shock da tempo vuoto... e adesso cosa faccio? Mi sento un pò spaesata, mi manca il mio mondo, la città non aiuta (forse febbraio è uno dei mesi più vuoti e tristi... freddo freddo e buio!)... mi iscrivo a un corso di tedesco per dare una bella spolverata e la cosa mi serve a tenermi impegnata.

- MARZO: il mese vola via veloce... aiuto un'amica con delle traduzioni, mando curricula, faccio un primo colloquio e mi accaparro un minijob (meglio di niente). Si comincia a ingranare, anche se a volte i dubbi su questa scelta mi assalgono! Torniamo a casa in aereo per risalire con la fedele Peugeottina... il viaggio fa proprio emigrato con la valigia di cartone! Intanto il freddo continua... bisogna stare attenti e calcolare bene i tempi dei mezzi pubblici, impossibile aspettare il tram al freddo troppo a lungo, soprattutto di sera!

- APRILE: si viaggia! A Pasqua siamo a Berlino, per il nostro anniversario di matrimonio (il primo!), a fine mese voliamo negli States per il lavoro del marito! Piacevoli diversivi che da "sfaccendata" mi possono finalmente concedere! Il tempo è splendido, fa più caldo che in Italia e i meno dieci dell'inverno sono ormai un lontano ricordo.

- MAGGIO:  torniamo dagli States (dove visitiamo Texas e facciamo una puntatina a New Orlenas) anche in questo caso prima del previsto... non siamo padroni del nostro destino a quanto pare! Incomincio a lavorare come Aushilfe, e inanello gioiose figuracce una via l'altra... Faccio qualche colloquio per insegnare italiano.

- GIUGNO: ci tocca una nuova separazione, marito di nuovo negli States, io qui... va meno peggio del previsto, ormai ho i miei punti fermi anche qui. Inizio  a insegnare italiano in una piccola scuola, un angolo di Toscana a Brema... la nostra sarà un'estate di lavoro ma non mi dispiace. La disperazione di avere troppo tempo vuoto è ormai un lontano ricordo! Siamo a un passo dal dover prendere una decisione sul futuro, cioè passare all'azienda tedesca con un contratto diretto... restare più a lungo o no? Siamo combattuti. Io sotto sotto non voglio restare in eterno, mi scopro a desiderare di tornare a casa, il marito è più convinto... in ogni caso, la decisione non s'ha da prendere (un segno del destino?) e si continua così, rimanendo in trasferta.

- LUGLIO: climaticamente il mese peggiore... sembra novembre. 13 gradi quando va bene, pioggia continua. Decisamente destabilizzante! Si continua a lavorare e si fanno due o tre gite nei dintorni, abbastanza deprimenti... In realtà questo mese ci porta qualcosa di grande... ma questo ve lo dico solo alla fine! ;)

- AGOSTO:  di nuovo lavoro, di nuovo tempo orrendo. Si torna per una settimana in Italia, l'unica settimana di canottiere e infradito di tutta l'estate! Tutti si lamentano per il caldo e io sudo felice! In un baleno siamo di nuovo qui.

- SETTEMBRE: la nostra routine continua... sembra che ci sia qualche sprazzo per il futuro, si parla di trasferte a lungo termine... cominciamo a fare qualche piano per l'anno futuro. Intanto il clima inaspettatamente diventa splendido! ahhhhh, Brema, ormai ho capito che da te ci si può aspettare di tutto! Mi iscrivo a un corso alla Volkshochschule per imparare a fare gioielli... senza corsi non so stare!!! Iniziano le lezioni autunnali alla scuola di italiano, mi piace insegnare e mi porterò questa esperienza nel cuore.

 - OTTOBRE: visto che abbiamo saltato le ferie estive, facciamo i tedeschi e complici le Herbstferien andiamo alle Canarie! Una bellissima vacanza, di puro relax, un pò diversa dai nostri standard. Intanto arriva anche la famiglia di un nostro amico che è qui come noi (per puro caso, non lavora con il marito) da febbraio. I weekend si riempiono, è bello avere qui un pezzetto di "casa".

- NOVEMBRE: arriva la notizia che ci saranno modifiche alle trasferte... rimaniamo in sospeso, siamo di nuovo nel limbo delle decisioni altrui. Cerchiamo di goderci quelli che potrebbero essere gli ultimi scampoli della nostra esperienza qui. L'atmosfera del Natale comincia a farsi sentire (e qui si sente eccome!), facciamo un bellissimo weekend ad Amsterdam... se potessi, tornerei a novembre e lo metterei in loop.

- DICEMBRE: la città si trasforma, ci sono i mercatini, luci, colori, odori e sapori del Natale... anche per una come me, da sempre allergica a questa festa, è impossibile non farsi contagiare. Almeno ogni 2 giorni faccio una tappa ai mercatini... Il mese vola via, e alla fine arriva l'opportunità di spezzare questa incertezza lavorativa (vedi novembre) e tornare in Italia. Così, accantoniamo l'idea di restare e ci rassegnamo... si torna, stavolta mi sa per sempre.

E così siamo arrivati a oggi, dopo la pausa delle vacanze in Italia. Fra una settimana esatta sarò di nuovo nelle mura della nostra casetta comasca, di nuovo al punto di partenza. Il marito mi raggiungerà a fine gennaio.

Questi ultimi giorni sanno di arrivederci, di ultime cose, di incombenze varie (chiudere il conto, fare l'Abmeldung, passare le consegne) e mi scopro stranamente nostalgica, quando, insomma, mesi fa ero sicura che non fosse scoccata la scintilla fra me e questa città. O forse, semplicemente, io non sono tipo da colpi di fulmine.

Ci portiamo a casa un sacco di cose, e non parlo di cose materiali. Questo anno, a tratti difficilissimo, ci ha unito davvero, ci ha messo alla prova, come coppia e singolarmente... abbiamo veramente cominciato a essere una famiglia... spero che il futuro ci riservi ancora tante avventure, e non solo la quotidianità del ritorno...

Una avventura molto grande e impegnativa in effetti è dietro l'angolo, visto che siamo partiti in due, ma torniamo in... TRE.

:)

Ehi piccina, speriamo di averti trasmesso la curiosità e la voglia di andare e scoprire il mondo, perchè, nonostante le difficoltà, ne vale sempre la pena.